Sono passati un paio d'anni dall'uscita di
Abuse, album che ha portato alla ribalta il trio di Singapore. L'interesse che la band ha suscitato tra gli ascolti ha fatto in modo che il debutto facesse partire un vero e proprio effetto eco, portando il nome dei
Wormort a tutti i grinders affamati di novità di qualità.
Ricordo che l'impatto che ebbi nell'ascoltare il lavoro fu positivamente shoccante e, come del resto tutti coloro che sono rimasti affascinati dalla velocità e dall'incisività dei
Wormort, ho atteso fino ad ora un degno seguito.
Lo spasmodico ed impaziente countdown di tutti i supporters ha fatto sì che la band stessa, in accordo con la
Earache Records, casa produttrice anche del secondo step musicale dei nostri, rendesse disponibile in
download gratuito il nuovo
Dirge. Scelta coraggiosa, sbeffeggiamento allo sharing non autorizzato oramai largamente diffuso sui vari blog di internet, nonché graditissimo regalo a tutti noi fans, che abbiamo avuto l'opportunità di scaricare il lavoro molto prima della release date ufficiale.
Lo abbiamo assaggiato, ci siamo appassionati e lo abbiamo consumato.
I
Wormrot sono stati in grado di mantenere gli stessi ottimi livelli già raggiunti col predecessore di
Dirge ed in questa sede dimostrano ancora una volta di avere le idee ben chiare nello strutturare i pezzi in puro stile grind, senza tuttavia scadere nella banalità.
Se
Abuse è servito ai
Wormrot per attirare l'attenzione,
Dirge ha senza dubbio il compito di marchiare a fuoco il nome della band nelle menti di coloro che fino ad oggi li hanno erroneamente ignorati.
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