Per chi l’avesse dimenticato, i
Ramesses sono la sludge/doom band formata da due ex-Electric Wizard alcuni anni fa. Il trio ha poi saputo crearsi una certa fama tra gli appassionati, grazie ad un paio di album da studio e soprattutto ad un’intensa attività live. Ovviamente la proposta risente della passata esperienza dei musicisti e quindi resta nell’ambito di un doom pesante, estremizzato, torbido ed orrorifico, che gli inglesi interpretano con maggiore brutalità rispetto al loro passato.
Adesso esce un nuovo lavoro: un Ep di sei brani, tre inediti e tre dal vivo, per una durata complessiva di quaranta minuti.
L’iniziale title-track si distacca leggermente dalle consuete coordinate, infatti è un lungo trip con echi psichedelici che attenuano l’atmosfera inquietante e rovinosa. Gli altri due pezzi da studio sono assemblati con materia putrefatta, sabbie mobili sludge che ci risucchiano in una tenebra assoluta, definitiva, dalla quale non si riemerge. Qui i Ramesses utilizzano al meglio tutti gli artifici del genere: riff sferraglianti, cadenze mortifere, voci possedute e sacrileghe, per ottenere risultati di soffocante pesantezza.
Anche nella sezione live, il trio del Dorset mette in mostra il doppio volto del proprio stile. Da un lato l’impenetrabile muro sonoro ultra-doom, che può essere ulteriormente rafforzato da qualche elemento death metal, in particolare nelle parti vocali (“The tomb”); dall’altro un groove più accentuato grazie alla tendenza psichedelica (“Black domina”).
Quindi buona prova per i Ramesses, anche se restano ancora leggermente inferiori agli Electric Wizard, il gruppo che meglio si adatta a fare da metro di paragone. Inoltre, essendo un Ep con la lunghezza dei lavori estesi, rappresenta un buon investimento.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?