Una pausa di riflessione durata un’intera decade. Questo è accaduto ai
Sourvein, sludge band del North Carolina, che avevano pubblicato il loro ultimo full-lenght, “Will to mangle”, nel già lontano 2002. Da quel momento la band è praticamente sparita dalle scene, citata solamente qualche anno fa per il trasferimento della chitarrista Liz Buckingham negli Electric Wizard.
Ma ora i fans possono gioire, perché il quartetto americano si ripresenta con un nuovo album, “Black fang”.
La lunga assenza non ha addolcito la mastodontica proposta dei Sourvein, ed il tonnellaggio del loro sludge/doom metal rimane impressionante. Un sound cavernoso, grezzo, dove riffs mortiferi si uniscono al basso poderoso e ad un drumming debordante, alternando cadenze macilente ai groove tossici modello Electric Wizard. Le vocals di Medlin possiedono sfumature nevrotiche e deliranti, a metà tra lo sludge più eccessivo e certo metal estremo. Così l’impatto complessivo dei Sourvein è di quelli che tolgono il respiro, senza contaminazioni che ne riducano la purezza heavy rovinosa e primordiale.
C’è però il rovescio della medaglia, con i brani dell’album che tendono a seguire il medesimo copione pur se è chiaro l’impegno chitarristico a sfornare giri scarnificati e a presa immediata. Come curiosità si segnala che l’unico, breve assolo, giunge al settimo pezzo “Nomadic”, tra i migliori del disco. Altri momenti importanti sono l’iniziale “Fangs”, monolitica e soffocante, insieme alla lunga “Nocturnal/Negative phaze” che in sette minuti ricapitola tutte le caratteristiche emerse nel corso dell’album.
Un lavoro solido e privo di compromessi, i Sourvein riprendono esattamente dal punto in cui si erano fermati ben sette anni fa. Band che piacerà molto a chi segue nomi come Baroness, Ramesses, Centurions Ghost, Electric Wizard e simili.
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