"Death Never Dies" si colloca nettamente al di sopra degli standard che sono raggiunti solitamente da un demo, e come mi è già successo tempo fa con "Light of Misery" dei Mourn in Silence, sembra di avere fra le mani un album già bello che pronto per una label. Arrivati al loro terzo demo i pugliesi
Golem hanno realmente fatto tutto il possibile per attirare su "Death Never Dies" attenzione e consensi. Un libretto curatissimo, dotato di foto e testi ed ottimamente realizzato ad accompagnare sei pezzi (ed un'intro) competitivi, per produzione ed esecuzione. Per descrivere la musica dei golem dobbiamo partire da lontano nel tempo, dai fondamentali Iron Maiden (e chi altro!) per arrivare ai tempi più recenti sino ai Children of Bodom più aggressivi, passando per tutto quello che ci si può mettere nel mezzo: dagli In Flames ai Dissection, dai Bal Sagoth al Power Metal sino al Thrash. Le influenze del gruppo di Alexi Laiho sono sicuramente le più evidenti, ma non mi sembra che possano penalizzare i Golem dato che altri gruppi hanno ottenuto contratti con grosse labels mostrando anche minor originalità . Rispetto ai Children of Bodom i Golem, danno però maggior spazio alle chitarre a discapito delle tastiere, non presenti sul demo, perdendo forse qualcosa a livello di arrangiamenti ed atmosfere ma risultando così meno prolissi di quanto ogni tanto capita ai finlandesi e sopratutto ai loro cloni. Le chitarre di Ottavio e Matteo si mettono in luce sin da "...From Beyond", due minuti melodici che preludono all'attacco della titletrack, cattiva e malvagia (ecco dove "sento" i Dissection) con Nicola Esposito che si dimostra un cantante (vabbe' eheh) perfetto per il genere, mentre i due chitarristi svolgono trame (decisamente!) maideniane. Mi rimane qualche perplessità per i cori, infatti li trovo un po' deboli, ma si tratta di una questione facilmente risolvibile. Si collocano sugli stessi ottimi livelli i brani che seguono, meritano un accenno la scandita "Something To Remind", che mette in risalto il paragone con i Childern of Bodom e qualche parola in più "The Last Goddess", il brano che più mi ha colpito dal demo. E' il drumming di Damiano Porcelli ad aprire e reggere la corsa di "The Last Goddess", brano veloce che si fa apprezzare anche per alcuni stacchi melodici, ma sopratutto per un chorus veramente azzeccato, potente, epico e brutale allo stesso tempo.
Un CD caldamente consigliato.
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