Primo album per gli spagnoli
Wolfhead, altra novità che ci viene presentata dalla Doomentia, etichetta sita nella Repubblica Ceca. Questa volta si tratta di un lavoro genericamente metal/stoner, nel quale il gruppo ha utilizzato linee stilistiche differenti. Non per fonderle insieme e creare una propria interpretazione, bensì per comporre brani che talvolta percorrono sentieri divergenti. Ad esempio, un episodio come “Cul de sac” possiede il tiro spesso e serrato dello stoner più fisico, ma la successiva “Sons of Asgard” ci trasporta invece nell’atmosfera epica e scandinava delle tradizioni vichinghe, di Odino, Thor ed il resto della banda. Sette minuti di epic-metal gelido, tagliente, austero, che evoca nomi come Bathory o Heavy Load.
Con un titolo come “Doomed faith”, questo pezzo non può che avere i contorni oscuri, invece “Wolfhead” offre prima uno spezzone delicato e cristallino, per poi lanciarsi in una bella e fiammeggiante cavalcata chitarristica. Per non farsi mancare nulla, gli iberici chiudono con l’elegante cover acustica di uno dei più storici ed immortali successi dei Pink Floyd.
I Wolfhead hanno inserito nel debutto molte situazioni sonore di loro gradimento, ottenendo un risultato in chiaroscuro. Infatti il saltellare tra le varie soluzioni, potrebbe essere frutto dell’eclettismo dei musicisti tanto quanto di una personalità ancora da registrare. Altra perplessità riguarda la brevità del disco: tolta la cover restano solo cinque pezzi originali per una mezz’ora di musica. Di questi tempi, dove capita di sentire Ep lunghi più di quaranta minuti, si rischia di irritare un pubblico non più abituato a menù così spartani.
Tolto questo, l’album non è male. Alcune idee, se sviluppate maggiormente, potrebbero portare il salto di qualità. Comunque gli spagnoli sono partiti col piede giusto.
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