Fa davvero piacere constatare quanto la scena italiana stia maturando e si stia affermando grazie ad una continuità non indifferente nello sfornare dischi di indubbio livello, confermando lo stato di grazia che vivono alcune band italiche. I Cadaveria non fanno certo eccezione, anzi, si pongono tra le più promettenti realtà del nostro panorama; giunti al secondo album, i Nostri dimostrano una maturazione molto accentuata rispetto al primo disco e giustificabile soprattutto grazie alla presenza di alcuni tra i più rinomati personaggi della scena metal tricolore: Cadaveria ex-frontgirl degli Opera IX, Marcelo Santos (o se preferite Flegias...) in forza nei Necrodeath e anch'egli ex-batterista degli Opera IX e il mitico Killer Bob, basso dei Necrodeath, nonchè rinomato produttore. Già questi nomi basterebbero da sè, ma se ci si aggiunge un chitarrista dalla tecnica sopraffina, dotato di gusto e precisione grazie ad un tocco caldo, ma allo stesso tempo preciso e puntuale e un synther dalle indubbie doti, capace di creare atmosfere fredde e cibernetiche o melodiche e orecchiabili, possiamo dare quasi per scontato che la soluzione sarà esplosiva. Le 9 songs che compongono questo platter sono tutte di alto livello, ognuna ben distinta e con una propria personalità; molte rimarranno stampate nella vostra mente ad un primo ascolto, ma la grande qualità di questo album è che dopo svariati ascolti c'è ancora tanto da scoprire e ogni volta si colgono sfumature e passaggi sfuggiti in precedenza, i quali non faranno altro che prolungare la longevità di "Far away from Conformity". In una sola traccia si passa da una sfuriata al limite del black a passaggi armonici godibili e molto freschi, sfiorando il dark e accarezzando il rock, attraverso i meandri del gothic fino aggiungere all'elettronica; insomma ce n'è per tutti i gusti. E non si tratta di uno di quei casi in cui c'è così tanta carne al fuoco da perdere quasi il filo del discorso, qui i Cadaveria si dimostrano davvero maturi, conducendoci elegantemente tra i cunicoli delle canzoni, come Caronte nei fiumi infernali. Inutile soffermarsi su di un episodio in particolare, chiunque fosse incuriosito sa cosa fare.... Siete ancora lì? Un unico accenno è d'obbligo con la sesta traccia, Call Me, cover dei Blondies, band degli anni '70-'80, riuscitissima e molto ben incastonata nel disco, a mio parere. Il futuro per questa band appare quantomai roseo.... o nel loro caso sarebbe meglio dire plumbeo!
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