A qualche anno di distanza dall’ultimo album da studio, tornano i tedeschi
Private Angel, autori di un hard rock canonico e molto “europeo”.
Iniziamo col giustificare questo sette, senza troppi giri di parole. Il voto è raggiunto sostanzialmente grazie ai refrain: melodici, catchy e assolutamente azzeccati, oltre che caratterizzati da una straordinaria abilità vocale. L’accostamento che più volte viene in mente ascoltando questo disco si rivolge ai Gotthard, anche se la distanza rispetto all’amata band svizzera è assolutamente ancora tutta da colmare, soprattutto a livello di personalità.
L’album è abbastanza eterogeneo e piacevole, con un’opener aggressiva seguita da una title-track di chiara ispirazione Whitesnake, prima di passare all’accattivante dissonanza di
Tomorrow Is Today’s Yesterday. La serrata e trascinante
Last Chance è forse la migliore canzone del disco, seguita dalla teatrale
Kush e dalla gotthardiana
Shine On. Dopo la canzone a forti tinte Led Zeppelin
Tramp Stamp Boogie, l’album cala vistosamente, con pezzi decisamente più anonimi, anche se sempre estremamente ruffiani nei ritornelli.
Buon disco dunque, ma senza esagerare. Ci sono ancora problemini da risolvere nella scelta degli arrangiamenti, nella costruzione di riff e strofe e nella produzione.
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