Siete capitati su questa recensione per caso? Io non credo proprio... avanti ammettetelo lettori, anche se con gli amici vi fate belli, citando ad oltranza gruppi come Opeth e Katatonia, anche se non perdete occasione per denigrare i draghi, le spade e la frangetta di Luca Turilli, anche se avete spesso ammesso di preferire la morte piuttosto che essere forzati all’ascolto di un disco degli Axenstar, il perverso fascino del power becer metal tormenta le vostre notti rendendole insonni. Sono sicuro che anche voi, lontani da sguardi indiscreti, impugnate l'ascia e sognate di apparire epici come il Graz dei passati referendum. E’ per questo che state leggendo questo delirio: il potere del BECER METAL vi ha oramai traviato l’esistenza e senza un coro epico supportato da sedicesimi di doppia cassa la vostra vista vi sembra vuota. Non temete quindi, gli Storyteller sono tornati per dare soddisfazione ai vostri desideri più intimi! "Tales Of A Holy Quest" non tradisce le aspettative, proseguendo sulla falsariga delle precedenti produzioni della band: la proposta è ancora incentrata su un power speed metal incentrato principalmente sulla velocità e su refrain memorizzabili sin dal primo ascolto. Rispetto alle passate proposte, gli Storyteller mostrano di aver acquisito una migliore padronanza strumentale, come manifestato da un riffing ora più complesso ed incisivo, ma l'attitudine rimane quella di sempre. Questo disco non è quindi consigliato a chi sia alla ricerca di una band matura ed evoluta, qui troverete solo la conferma dei più comuni stereotipi del power metal, ma se il vostro obbiettivo è l'acquisto di un album dal sound onesto ed immediato, allora aggiungete pure questo titolo nella vostra “wanted list”. Storyteller: come sempre, take it or leave it!