Scusate lo sfogo, ma sono stretto da un legame affettivo viscerale verso la band di Tate e soci, e vedere tanto talento sprecato in maniera così grossolana e pressappochista, mi fa venire i brividi. Vogliamo parlare dei testi, immersi nel sociale, con continui riferimenti al mondo di Internet? Vogliamo parlare della solita produzione patinata e curatissima? Vogliamo parlare delle parti rappate, degli inserti di sax, dei mille samples elettronici che infarciscono i vari brani, tutti pericolosamente simili gli uni agli altri? Ma a che serve, se quello che ascolti alla fine ti dà una sensazione di spaesamento completo, di totale disinteresse? Sperimentazione, evoluzione sonora, una costante ricerca del nuovo… sono temi spesso abusati, e non molto tempo fa un mio collega li spiegava come possibile giustificazione alla mancanza di ispirazione. E non si sbagliava affatto.
Non smetterò mai di chiedermi quale possa essere il motivo che abbia spinto una band di questo calibro verso territori musicali così… così, ma una cosa è certa: da quando Chris DeGarmo ha lasciato i Queensryche, si è portato via anche l’anima di questa band.