Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:57 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. ENTER
  2. NECROPOL LIT
  3. OMNIVORE
  4. RUST CLEANSING
  5. FACELESS
  6. DISTANCE WILL SAVE US
  7. SILVERSPINE
  8. JIGSAW
  9. DEADLANDS
  10. RESONATINE

Line up

  • Agnete M. Kirkevaag: vocals
  • BP M. Kirkevaag: guitars
  • Eirik Ulvo Langnes: guitars
  • Paul Mozart Biorke: bass
  • Mads Solas: drums

Voto medio utenti

"Terre morte", titolo evocato dalle immagini della copertina che mostra un futuro post atomico da "Mad Max". Ai Madder Mortem piace apparire gravi come intensa era la musica del precedente lavoro "All Flesh Is Green". Pure "Deadlands" ricalca il sentiero tracciato nella scorsa produzione, con una svolta ulteriore nel dark e nel gotico a scapito delle ampolossità progressive e degli arrangiamenti ultra elaborati che di quel precedente lavoro erano croce e delizia. "Deadlands" appare infatti disco ricco di influenze, filtrate alla fosca luce irradiata dai Madder Mortem, rappresentata al meglio dalla voce potente, epica ed evocativa di Agnete, forse non dotata di una presenza scenica degna di Cristina Scabbia ma di pari grandezza sonora. Se in "Necropol lit" la band gioca a costruire una sorta di originale metal blues con un gioco sonoro circolare di bell'impatto, in "Omnivore" ecco emergere una forma teatrale mista a chitarre a tratti noise, stesso gioco scenico che anima la grandissima "Rust Cleansing" in cui il minimalismo narrativo del pezzo, un basso che diremmo quasi pop, si scioglie nella magniloquenza del chorus. Arriviamo poi a "Faceless" brano dark new wave marziale, Joy Division corretti con metal classico (che l'anima di Ian Curtis mi perdoni la mescolanza) fino al tribalismo martellante di "Distance Will Save Us" tra indie rock, noise e Killing Joke. Gli echi progressivi riappaiono nella dilatata "Silverspine", salvo poi il disco riemergersi in una oscurità ormai cieca con, "Deadlands", "Resonatine" e "Jigsaw", anthem metà etero alla third and the mortal, metà puro metal miltaresco. A conti fatti credo di poter dire che i Madder Mortem hanno messo a fuoco il proprio suono riuscendo a trarne il massimo, ossia un disco molto personale, oscuro ed affascinante.
Recensione a cura di Emanuele Rossi

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