Personalità magari ancora lievemente acerba, ma idee chiare e mezzi per realizzarle fanno dei piemontesi
Nuwanda una di quelle formazioni da tenere sotto stretta osservazione. Il loro è un rock ad ampio spettro capace di coniugare squarci di
hard anni settanta con il
grunge, con il
metal e con il
prog, attraverso un vitale approccio
crossover che consente d’individuare tra i plausibili modelli Led Zeppelin, Pearl Jam, Dream Theater e Metallica, senza peraltro vederli celebrati in maniera eccessivamente sottomessa.
La scelta dell’idioma italico è funzionale ad una forma di critica sociale e culturale indirizzata al sistema e all’
establishment dei poteri forti, piuttosto sagace e penetrante, che non si nutre troppo di luoghi comuni e si esprime attraverso metriche precise e fluide, sfruttando linee melodiche abbastanza mutevoli e tuttavia accessibili, soprattutto nei ritornelli, puntando, così, su una massima forma d’intelligibilità dei messaggi che sottendono ai brani.
Piace la voce potente, espressiva, dalle inflessioni vagamente
grungiarole del cantante Elvis Novelli, le chitarre hanno forza e sensibilità e la sezione ritmica asseconda con disinvoltura e compattezza le evoluzioni sonore e anche se a volte sembra mancare un pizzico di messa a fuoco complessiva, “Massmediocracy” si rivela senza dubbio come una valente produzione, registrata e mixata (da Carlo Ortolano, tecnico dei Linea 77, con il supporto di “Tozzo”, drummer della nota formazione torinese) in maniera professionale e competitiva.
Tra i brani maggiormente efficaci, si segnalano l’opener “Sono nato”, la lontana eco Tool-
iana di “Loro”, la potente e vibrante “Non avrai altro Dio”, la volubile “Dentro allo specchio” e la metallica “Il teatro delle menzogne”, con quest’ultima probabilmente da eleggere nell'insieme come il pezzo più incisivo del disco.
Una singolare veste grafica a tema “farmaceutico” (il Cd è contenuto in una busta da garza sterile e lo stesso è visto, nella ricca documentazione promozionale, come un “
anti massmediocratico ad assimilazione auricolare”) contribuisce a rendere ancora più intrigante la proposta dei Nuwanda, una nuova bella “promessa” targata Dracma Records, gloria discografica locale ai tempi di Broken Glazz, Headcrasher ed Elektradrive, ma ancora oggi importante punto di riferimento per la musica indipendente (tra le “scoperte” recenti i bravi Malibu Stacey e gli ottimi Mjur), che con i nostri dimostra ancora una volta di non aver perso il suo “fiuto”.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?