Nome molto chiacchierato in Gran Bretagna quello dei Forever Until October, che venivano presentati dalla nazionalistica stampa Inglese come uno dei gruppi più “caldi” in tema post-hardcore. Dopo un ep di debutto andato subito esaurito (“Perfect” 2002) il loro primo full-lenght era quindi parecchio atteso.
Saranno stati i gravi ed inattesi problemi sorti durante la registrazione, dall’improvviso abbandono di alcuni membri del gruppo al furto di parte del materiale preparato, ma io di hardcore in questo disco ne trovo quasi nulla.
Casomai si può parlare di emo-rock melodico, sul tipo Spitalfield o Boy Sets Fire, con una base musicale per certi tratti rumorosa e noise ed in altri più morbida e riflessiva, sostanzialmente impegnata soltanto a sostenere le evoluzioni dell’estesa voce di Phil Darroch, vero mattatore del disco.
Indubbiamente ottimo cantante, dall’espressione limpida e passionale, ma che pur sforzandosi non riesce a personalizzare le canzoni, a dar loro un’anima ed un’identità inconfondibile. Anche dopo numerosi ascolti l’album non si scrolla di dosso un senso di piattezza ed esagerata uniformità.
Nessun brano possiede lo spunto particolare che lo trasformi in hit, e per una band di questo tipo è un grave handicap.
Il continuo potente urlare del vocalist non produce gli effetti sperati, anzi alla fine risulta dannoso per canzoni prive di cattiveria strumentale, di solismi che infrangano la monotonia, di tensione vibrante e drammatica che faccia la differenza. Tranne alcune eccezioni tipo l’intricata “Only an outline” o l’agrodolce “Krom”, più volte pare di risentire il pezzo precedente per scordare poi rapidamente ciò che si è ascoltato.
Magari la prossima volta lavorando con maggiore tranquillità i F.U.O. sapranno stupirci, per il momento il loro disco è troppo anonimo per poterli lanciare ai vertici del già non eccelso settore emo-rock (o post-rock, o come volete…). Anche se la stampa specializzata Britannica pare puntare su questa formazione, non fatico ad immaginare che sull’isola vi siano diversi gruppi più brillanti del quintetto di Northampton.
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