Se già nelle pieghe del loro monicker si celano un catastrofismo ed un fatalismo degno del più cupo Leopardi, il cerchio si chiude ascoltando la musica di cui si compone
"The Oculus", secondo sigillo degli svedesi
Inevitable End. L'impatto iniziale è spiazzante ed estraniante ed avviene per mezzo di "Tell Us, Parasites", un brano che definire schizzato è veramente poco! Echi di Dillinger Escape Plan e Cephalic Carnage si mischiano in una canzone stortissima e violentissima, resa ancor più acida da partiture di chitarra inimmaginabili e dissonanti, su cui il singer Andreas Garden spicca con il suo scream. Il massacro continua ad essere perpetrato dalla successiva "Escaping The Black Hole", che prosegue sulla rotta tracciata dall'opener ma aggiungendo una certa dose di groove che la rende un pelo più digeribile. Anche la successiva "Zen" metterà a dura prova il vostro apparato uditivo, non fornendovi alcun punto di riferimento e sommergendovi letteralmente con la sua furia così cieca ma meticolosamente programmata per colpire i punti nevralgici del vostro cervello. Solo con "The Supreme Treachery" i tempi si fanno meno serrati, ma permane quel senso di oppressione e annichilimento che la musica degli Inevitable End sanno creare con così tanta maestria, tra rumosrismi, qualche comparsata di sassofono e un andamento assolutamente imprevedibile di tutti i brani.
"The Oculus" è un disco che dovrete ascoltare e riascoltare molte volte per capire, che ai primi ascolti vi procurerà inevitabilmente un forte mal di testa ma che piano piano saprà farsi apprezzare, una volta che sarete entrati nella sua ottica assurda e perversa. Se siete fan dei Cephalic Carnage o dei nostrani Psychofagist, il nuovo disco degli Inevitable End è consigliato. Signori, benvenuti all'Apocalisse.
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