Thunderblast - Invaders From Another World

Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:57 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. INTRO (WE ARE NOT ALONE)
  2. CORE DOMAIN
  3. HORROR AT OUTPOST 10
  4. THE HUMAN TORCH
  5. TARGET EARTH
  6. INVADERS FROM ANOTHER WORLD
  7. WHEN ZOMBIES RISE
  8. SCREAMS AT HUNTED HILL
  9. MUTATE
  10. WAR OF THE MONSTERS
  11. LAB FROM HELL
  12. UNITS OF PAIN

Line up

  • Felipe Machado Franco: vocals
  • Victor Mosquera: rythm: guitars
  • German Guerra: lead guitars
  • German Rojas: bass
  • Jaime Moreno: drums

Voto medio utenti

Per quanto provengano dalla Colombia, i Thunderblast (nati dopo lo scioglimento dei Sidereal) rilasciano il loro secondo album, "Invaders from Another World", per l'etichetta tedesca Pure Steel.

Un abbinamento direi obbligato, e non solo perchè ben due membri del gruppo si chiamano German, ma anche perchè i Thunderblast ricordano abbondantemente una delle migliori formazioni teutoniche in campo Speed & Heavy Metal: i Rage.
Lo stesso cantante Felipe Machado Franco ricorda non poco "Peavy" Wagner, anche se non sempre con gli stessi brillanti risultati (sopratutto quando deve salire in alto) penalizzando l'efficacia di alcuni brani, mentre altre canzoni, come ad esempio l'inconcludente "The Human Torch" oppure "Screams at Hunted Hill", peccano già di loro.
Risultati migliori arrivano invece con il guitarwork, affilato e preciso, con la massiccia e thrashy "When Zombies Rise" e la più ragionata e meglio strutturata "Lab from Hell".

Altri punti di riferimento che si possono cogliere nei microsolchi di "Invaders from Another World" guardano al Power Speed Made in U.S.A., a formazioni come Vicious Rumors, Helstar ed Iced Earth, mentre è ancora più evidente il contesto Horror e Science-Fiction adottato, sia nell'artwork sia a livello lirico.

Pestando e correndo, talvolta in maniera un po' confusa (certo, non li aiuta la produzione) e con qualche dejà vu qua e là, i Thunderblast riescono a portare in porto il loro secondo album.

Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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