Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:34 min.

Tracklist

  1. IN YOUR SORROW'S MYSTERIES
  2. BEYOND THE SOLEMN GRAVE
  3. A THOUSAND YEARS OF MIDNIGHT
  4. WOLVE'S GRIEF
  5. THE WALLS OF CSEJTHE
  6. THE DISTANT THUNDER
  7. GHOSTWOOD REALMS
  8. RAVENS GATHER
  9. A PRAYER IN MOONLIGHT
  10. ...OF CHURCHYARDS AND WEEPING NIGHTS
  11. INTEMPESTA NOX

Line up

  • Rog: bass, vocals
  • Snagalv: drums
  • Urgud: guitars

Voto medio utenti

“Dove eravamo rimasti?”
Ebbi modo di approcciarmi alla musica dei messinesi Grim Monolith ai tempi dell’uscita di “Mooncrowned”, autentico gioiellino black metal partorito all’interno dei nostri italici confini nel 2008, in cui il combo siciliano mi entusiasmò non poco proponendo dell’ottima musica sulla scia di autentici Mostri Sacri quali Sargeist, Horna e Satanic Warmaster.
Sono passati alcuni anni ma l’amore del gruppo siciliano verso il black scandinavo non si è consumato col tempo anche se “l’impronta finlandese” non è più predominante all’interno del loro songwriting.
Infatti “Intempesta nox” volge il suo sguardo anche ai paesi che si affacciano sul Mare del Nord e non più solo sul Baltico.
Accanto ai già nominati Sargeist, “Intempesta nox” presenta diversi punti di contatto con quello che ci hanno lasciato in eredità i (primi) Darkthrone, Dissection e Satyricon, qui riuniti nel nome dei riverberi minimalisti e del riffing freddo che esalterà non poco coloro nei quali scorre vivo il black metal della vecchia scuola.
L’album si muove compatto e lineare in una unica direzione. Uptempos e midtempos si alternano con precisione, esaltati da una buona autoproduzione che permette contemporaneamente di apprezzare sia il suono delle chitarre che quello dello screaming del vocalist Rog.
In definitiva, i Grim Monolith dimostrano coi fatti, se mai ce ne fosse stato davvero bisogno, di essere una delle più belle e concrete realtà dell’underground tricolore.
Per questo mi permetto di consigliarvi, oltre all’ascolto di “Intempesta nox” ovviamente, il recupero dei due precedenti lavori, l’omonimo debut del 2007 e il già citato “Mooncrowned” dell’anno successivo.
Non credo che ve ne pentirete.

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