Questo platter è uscito a fine anno 2003, ma solo pochi giorni orsono è arrivato in redazione. Perché premetto ciò? Perché troverete quest'album al primo posto della mia personalissima playlist di fine anno. Ecco perché. Avete presente quando la tristezza diventa così profonda, così lacerante, così estrema da far male? Quando la malinconia improvvisamente diviene così dolce da non poterne più fare a meno, lasciando quel sapore di infinita bellezza, quell’ammaliante vuoto che fa soffrire interiormente, graffiandoti con un sol gentil tocco? Sono sicuro che molti di voi sanno di cosa sto parlando. 'Empty World Excursion' è tutto questo, un album tremendamente bello, triste e malinconico ma al contempo emozionante ed affascinante, proprio come quella dannata sensazione che ti assale allo stomaco, contorcendoti le budella. Con tutto il dovuto rispetto, è lo stesso effetto che 'Disintegration' dei The Cure ancora oggi mi lascia sulla pelle e nell'animo. Le composizioni di questo dischetto sono piccoli gioielli di oscura brillantissima fattezza. Soffici arpeggi emozionali, splendide atmosfere decadenti, vellutate ed avvolgenti tastiere, condite con la particolarissima voce di Mika (già, il singer di Entwine, qui assolutamente sopra le righe, sia come interpretazione che come stesura delle linee vocali), si stagliano con immensa delicatezza su composizioni mid/slow tempo, mentre una dilatata, magnifica melodia, sospirando tenuemente quasi a chiedere venia del troppo disturbo, inonda l’aere. L'utilizzo di strumenti quali il cello, il piano ed il flauto aumentano all'inverosimile la fortissima tinta romantica del dischetto, lasciando impietriti di fronte a tanta magnetica, sensualissima, mortale rappresentazione del sentimento di perdizione e di solitudine. ‘Empty World Excursion’ è un dischetto che esplora a fondo l’animo, arrivandone nei meandri più reconditi, ma vi assicuro che non è di così facile assimilazione e di così estroversa fattura. Per molti il debut di Sham Rain sarà troppo depressivo e per altri troppo palloso, ma per le anime inquiete e tormentate sarà una droga, proprio come fu, e come è ancora, l’inarrivabile pietra miliare dei già menzionati The Cure. Album di questa caratura non escono tutti i giorni. ASSOLUTAMENTE da avere e da ascoltare in compagnia solamente di se stessi, nel profondo silenzio che il perdersi comporta. Capolavoro è un termine riduttivo.
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