Puntuali come le tasse tornano sul mercato anche i polacchi
Vader, veri e propri stakanovisti del Death Metal puro e incontaminato.
Welcome To The Morbid Reich è un album oggettivamente morboso, come in qualche modo viene preannunciato nel titolo, ed è sicuramente migliore del penultimo Necropolis, a confronto risulta più vivo, più solido e maggiormente ispirato. Anche per quanto concerne le "faccende estetiche" i Vader sembra che abbiano ritrovato la voglia di provocare e disturbare e figuriamoci se la copertina con quei rimandi a una certa "ambientazione di altri tempi" non finirà per alimentare le eventuali polemiche storiche/ideologiche, sempre che la band ne abbia alla base. Musicalmente parlando è un piacere ascoltare brani come The Black Eye, Come And See My Sacrifice, I Had A Dream… oppure Decapitated Saints, tutti contraddistinti da una voglia di distruzione e di compiacimento bellico. Non mancano in tal senso le ritmiche convulse, il riffing apocalittico e le vocals polverose e oscure di Peter, ormai vero e proprio perno dei Vader. Evidentemente il radicale cambio di formazione deve aver fatto bene al gruppo perchè si avverte in tutto il disco una forte sensazione di rinascita, di nuovi stimoli, sempre però all'insegna della coerenza e del loro tipico marchio di fabbrica. Si è lavorato molto anche sui suoni e posso tranquillamente affermare che Welcome To The Morbid Reich può vantare la miglior produzione di tutta la loro lunga carriera. Le chiacchere stanno a zero come si dice dalle mie parti: i Vader continuano il loro percorso fatto di duro e possente Death Metal, senza evoluzioni sorprendenti, e non è il caso di girarci troppo intorno, prendere o lasciare. Per quanto mi riguarda stavolta prendo.
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