Dopo X e XYZ arrivano a rimpinguare il panorama delle nomenclature musicali legate alle “incognite” più comuni, gli
X-Y, ma qui non si tratta né di seminale
punk, né di pregevoli riletture di
class metal californiano, così come, in realtà, c’è veramente poco di “sconosciuto” nella prova di questi abili
alternative rockers transalpini (con verosimili
ascendenze italiche in
line-up …).
L’ascolto di “Another me” rivela immediatamente, infatti, le intenzioni del gruppo e lo attesta come un preparato interprete di quel settore musicale che vede Linkin’ Park (a volte fin un po’ troppo influenti … ), Incubus, Hoobastank, Muse e Chevelle come numi tutelari.
Un album sicuramente poco innovativo e tuttavia pensato e suonato con grande padronanza, cura e determinazione, forte di una maturità e di una
scaltrezza abbastanza sorprendenti per un’opera “prima” per di più autoprodotta.
Passaggi armonici equilibrati, grande importanza alla melodia
catalizzante senza trascurare il lato più incisivo della questione, ritmiche precise e ben realizzate, smaliziati e accattivanti inserti elettronici e linee vocali sempre adeguate e sicure, tra momenti più suadenti o
rappati e circostanze maggiormente ruvide e decise, identificano il canovaccio stilistico a cui si attiene, con
scrupolosa devozione, il nostro quartetto, il quale, però, dimostra inequivocabilmente di saper scrivere canzoni parecchio gradevoli, ammantandole, anche dove non è propriamente in grado di ostentare una precisa e univoca identità, di una carica emotiva piuttosto convincente.
“Amnesia”, “Lost within”, “Hate me”, “Grey snow” e “Alone” hanno le caratteristiche necessarie per diventare
hit-singles e allettano altresì per la loro onorevole consistenza artistica (un po' meno “Holding back”, gratificata da una buona parte finale, “2012” e la ballata acustica "Heaven’s rain”, situazioni vagamente leziose), il
groove di “Live your dreams” garantisce un discreto impatto sensoriale, mentre tocca a "Promises” e a "Madness” mostrare il lato più “aggressivo” di una band capace di distinguersi per intensità ed esecuzione anche in questi frangenti.
Gli X-Y hanno tutte le carte in regola per farsi apprezzare su vasta scala, non avendo nulla da invidiare a band più famose attualmente in circolazione. Se poi riuscissero pure ad incrementare, magari già dal prossimo imminente lavoro (hanno recentemente firmato un contratto con la label statunitense Sliptrick Records), l’aliquota di personalità, beh, non potrò che ampliare di conseguenza anche il mio plauso nei confronti del promettente progetto.
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