Pare quasi impossibile che una label come la
Relapse, un tempo forse unica antagonista della
Nuclear Blast in territorio estremo come death/grind/thrash ed oggi etichetta "sciccosa" e dedita spesso ad un approccio elitario e cerebrale, si sia dedicata alla ristampa del primo album dei thrashers americani
Dekapitator, intitolato in maniera eloquente "
We Will Destroy...You Will Obey!!!" e pubblicato originariamente nel 1999 (e pressochè sconosciuto al mondo) ma che sarebbe potuto benissimo uscire a metà anni '80: un thrashone super old style, con tutti i clicheès del caso ma anche con tutti i pregi ed i benefici.
Registrazione low-fi e grezza ma efficacissima (realizzata dal celebre
James Murphy, chitarrista di
Death, Testament, Obituary ed altri mille), riffs sparatissimi, semplici e super efficaci, assoli taglienti come lame di rasoio, voce sguaiata ma nè in scream nè in growl (cosa che a quanto pare nessuno capisce quanto sia importante in una band retro-thrash) ed assalto all'arma bianca in pieno stile old
Slayer e
Kreator.
Il risultato è un album a dir poco godibile, trascinante ed entusiasmante: "
One Shot One Kill" mette subito le cose in chiaro e sin dal primo riff si intuisce sia dove si andrà a parare sia che la coppia d'asce ha imparato davvero bene la lezione anni '80 ascoltata quando erano dei teenagers brufolosi; ma è solo un episodio gradevole ed interlocutorio dato che il meglio deve ancora venire, con le terremotanti "
Release the Dogs", i breaks rallentati che ti fanno staccare il collo da quanto headbanging scatenano, i cori alla
Vio-Lence, di cui i nostri Dekapitator avranno ascoltato "
Eternal Nightmare" fino ad averlo consumato,
I nicks che i nostri si sono assegnati sono decisamente eloquenti:
Bulldozer, Atomic, Attacker... qui si parla di retro thrash fumante, rabbioso, coinvolgente come ahimè oggi non sembra quasi nessuno in grado di replicare: lodevole iniziativa in casa Relapse per un'uscita che è decisamente obbligatoria per tutti i thrashers di vecchia data che si rispettino.
I gruppi di oggi che tentano un revival di quegli anni dovrebbero dare un bell'ascolto a dischi come questo (oltre che agli originali, ovviamente) prima di lanciarsi in operazione recupero...a metà!
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