AA.VV. - A Tribute To Deep Purple & Rainbow

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:70 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. MISTER KITE - BLOODSUCKER
  2. TRASCENDENCE - PERFECT STRANGERS
  3. ARABESQUE - STARGAZER
  4. LARS ERIC MATTSSON - SELF PORTRAIT
  5. REIGN OF TERROR - SIXTEENTH CENTURY GREENSLEEVES
  6. IRON MASK - GATES OF BABYLON
  7. HEADLINE - BATTLE RAGES ON
  8. CONDITION RED - BLACK NIGHT
  9. TORBEN ENEVOLDEN - SPACE TRUCKIN'
  10. ERIC ZIMMERMANN - MAN ON THE SILVER MOUNTAIN
  11. WINTERLONG - HIGHWAY STAR
  12. JASON RICHARDSON - LAZY
  13. CONDITION RED - STILL I'M SAD

Line up

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Voto medio utenti

12 bands relativamente conosciute rendono omaggio a Ritchie Blackmore, indiscusso eroe di Deep Purple e Rainbow. Non è certo difficile pescare capolavori dalle discografie di due tra le più grandi leggende del passato, e infatti Blackmore's Castle non manca di annoverare tra i suoi titoli alcune tra le canzoni più famose del repertorio di entrambi i gruppi. Quello che rende perplessi è il motivo per cui vengano scelti solo pezzi del periodo Gillan per i Deep Purple e Dio per i Rainbow: perché non includere anche alcuni dei successi cantati da Joe Lynn Turner o da David Coverdale?
La track d'apertura, "Bloodsucker", è proposta da Mister Kite in versione nu-metal ed è abbastanza efficace, mentre "Perfect Strangers" della prog-band americana Transcendence, è sicuramente il pezzo migliore di tutto l'album, riproposta in chiave rock moderno e chiusa con un accenno alla grande esclusa "Smoke on the Water". Interessanti momenti vocali di Katia Salemi che con i suoi Arabesque contribuisce al tributo con "Stargazer". Unico punto a sfavore è che i suoi vocalizi a volte tirati all'eccesso a lungo andare appesantiscono l'esecuzione che non è di per sé nulla di eccezionale. Segue "Self Portrait" di Lars Eric Mattson, in una versione sicuramente più lenta rispetto all'originale ma tutto sommato piacevole. "16th Century Greensleevs" dei Reign of Terror ha un intro troppo lungo e tende a voler somigliare troppo alla versione originale mentre la "Gates of Babylon" degli Iron Mask fa venir voglia di correre ad ascoltare la versione che ne fece "Yngwie Malmsteen" con Jeff Scott Soto in "Inspiration", cento volte superiore. Tra le altre tracks spicca la "The Battle Rages on" degli Headline, proposta in chiave più progressiva con una bella performance vocale di Sylvie Grare. Seguono i Condition Red con una versione Folk di "Black Night" per nulla coinvolgente e Torben Enevolden con "Space Truckin" che cerca (peraltro riuscendoci) di dare al pezzo un taglio rock classico. "Man on the Silver Mountain" di Eric Zimmermann lascerà stupito più di un ascoltatore, probabilmente i vecchi fans di Blackmore non ne apprezzeranno i suoni distorti... "Highway Star" di Winterlong è fin troppo fedele all'originale, resta da stabilire se sia un pregio o un difetto. Chiudono l'antologia due pezzi strumentali, "Lazy" di Jason Richardson e "Still I'm Sad", secondo pezzo dei Condition Red, entrambe parecchio noiose se non addirittura superflue. A parte l'aver dato a diversi artisti l'occasione di cimentarsi con versioni personali di 13 grandi classici, il merito di quest'album è senza dubbio quello di far avvicinare un pubblico neofita alle vecchie ma intramontabili glorie di Rainbow e Deep Purple.
Recensione a cura di Elena Mascaro

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