Certo che la vita è strana.
Uno si aspetterebbe che dal Messico, paese del sole e della "siesta", provenisse musica allegra e scanzonata o, al limite, indolente.
Ma sembra non essere così ed i
Majestic Downfall sono qui a testimoniarlo con il loro urlo disperato di dolore che si innalza verso il cielo.
"The Blood Dance" è un disco intimo, un sapore da godersi da soli, in silenzio, al buio.
Qui non c'è spazio per la luce, non per quella brillante, ma solo per quella soffusa, delicata, triste.
Jacobo Córdova, mente del progetto messicano, omaggia in maniera sentita i
Katatonia degli esordi e lo fa con una musica rabbiosa, oscura, capace di toccare le corde più profonde dell'animo. Il sentimento guida questo artista lungo le otto tracce di questo disco: un sentimento di dolore ma non di rassegnazione.
Immaginate di essere in una stanza buia e di guardare fuori dalla finestra mentre piove; vedrete il mondo distorto dalle goccie d'acqua, lo vedrete filtrato ed ovattato, quasi magico: questo mi viene in mente sentendo "The Blood Dance".
Uno strato sonoro di melodie che ovattano il mondo e lo rendono lontano, ricordandoci, ferocemente, quanto siamo piccoli e soli.
Death e
Doom è la miscela musicale scelta e plasmata da una ispirazione sincera. Non un momento di stanca nel lavoro, non una nota fuori posto e soprattutto mai un sentimento che non sia puro, genuino. Tutto trasuda passione ed emozione.
La melodia ora violenta, ora disperata ti abbraccia e ti stringe, non ti lascia andare e sta li a ricordarti quanto la musica possa essere profondamente emozionante.
Non lasciatevi ingannare dagli echi di strutture musicali già sentite, tra i solchi di questa opera c'è si, come detto, il suono di Renske e soci o quello dei
My Dying Bride, ma c'è dell'altro. C'è un vuoto che mano mano si riempie fino a sgorgare da ogni dove con note tristi che si innalzano alte e stentoree. Si innalzano al cielo e di li tornano da te. Direttamente nel tuo cuore.
Disco eccezionale.