Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:non disponibile
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. INITIATION
  2. WAR TO REIGN
  3. MARKED BY THE DREAMS
  4. DON'T MAKE ME CHANGE
  5. RESPECT
  6. FATHER'S DAY
  7. BATTLED
  8. CHOICE
  9. WATCHWORD
  10. DECEPTIVE REALITY

Line up

  • Boris Pieri: vocals
  • Andrea Piazza: guitars
  • Rosario Marino: bass
  • Antonio Campisi: guitars
  • Corrado Geniale: drums

Voto medio utenti

Primo lavoro, autoprodotto, per i nostrani Tamed Darts, band siciliana attiva dal 2006. I nove pezzi (più immancabile intro) di Deceptive Reality, ci offrono una buona fotografia di un gruppo carico di diverse influenze: classic metal, power, prog e un pizzico di thrash/death.

Ci sono cose che funzionano alla grande e altre meno, ma vediamo di andare con ordine. Tra le note liete, sicuramente, troviamo una sezione ritmica precisa e possente, che sostiene tutti i brani con maestria ed efficacia. Accanto a questo, due chitarre di buon livello, eccessivamente penalizzate da suoni non all’altezza. Il songwriting invece è davvero ottimo: vario, mai scontato, discretamente ricercato negli arrangiamenti, sufficientemente maturo già per un debut album.
La prima cosa assolutamente da rivedere sono i suoni, perché un lavoro diverso dietro il mixer avrebbe potuto valorizzare alla grande i pezzi, che invece risentono parecchio della scarsa produzione. La seconda cosa che proprio non riesco a farmi piacere più di tanto è la voce: estremamente convincente nelle poche parti growl, sufficiente durante i pezzi lenti ma assolutamente inadeguata nelle parti pulite più alte e veloci. Un consiglio potrebbe essere quello di prendere una direzione precisa sulla vocalità, virando esclusivamente verso il growl oppure prendendo un secondo singer che si occupi delle parti clean.

Una realtà potenzialmente in grado di fare qualcosa di importante nel prossimo futuro. Arrivano da una terra difficile, dove le opportunità di suonare e farsi conoscere sono certamente poche. Questo primo album è un buon biglietto da visita, per fare il salto di qualità bisogna lavorare ancora un po’, ma la strada è quella giusta e, soprattutto, trovano contratti band decisamente inferiori, quindi lo spazio per i Tamed Darts ci sarebbe eccome.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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