Un disco sorprendente, ecco cosa è questo
"Orbis Tertius" opera prima degli americani
Ordo Obsidium.
Sorprendente perchè davvero inatteso.
Non avevo mai sentito parlare di questo gruppo ed ho scoperto che è quasi impossibile avere informazioni su di loro: nessun nome, nessun sito, nulla. Un alone misantropico avvolge il terzetto, un alone che si sposa perfettamente con la loro proposta musicale che si pone a metà tra il
black metal ed il
funeral doom.
La loro casa discografica li dipinge come un mix tra primi
Katatonia ed
Emperor e devo dire che, per una volta, la descrizione è abbastanza fedele: "Orbis Tertius" ha un suono abbastanza debitore dei nomi citati anche se, comunque, vive di luce propria.
Certo
"luce" non è la parola esatta per parlare di questo lavoro vista l'oscurità che ne permea ogni passaggio. Abbiamo di fronte, infatti, un macigno sonoro scurissimo in cui pezzi molto lunghi, mai sotto i 7 minuti, descrivono scenari desolati e senza futuro. Devo dire che i nostri mi hanno convinto soprattutto nelle parti rallentate che sono davvero efficaci per quanto bene costruite e credo che la via del funeral doom sia quella più adatta allo spirito dei nostri. Del resto basta ascoltare
"By His Unflinching Hand", meraviglioso brano conclusivo dell'album, per rendersi conto dell'abilità che hanno gli Ordo Obsidium nell'intessere trame disperate e desolanti con grande naturalezza toccando vertici di emotività che, in tempi recenti, ho colto nella musica di un progetto come
"The Fall Of Every Season" al quale i nostri possono essere accostati.
Davvero una gradita sorpresa.
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