Terzo capitolo discografico per i
Doomraiser, noti veterani della scena doom nazionale. Attivo dal 2003, il quintetto ha accumulato fino ad oggi un notevole numero di presenze sui palchi italiani ed europei, suonando con nomi importanti dell’underground come Orange Goblin, Solace, Witchcraft, The Gates of Slumber, ed altri ancora. Esperienza servita ad affinare le qualità del gruppo, capace ora di realizzare un album brillante per maturità ed ispirazione.
Cinque brani di puro, classico doom; materia plumbea diluita e variegata, priva di contaminazioni troppo azzardate rispetto ai canoni del genere.
La title-track ci accoglie col suo forte carattere sabbathiano, alternando ritmiche lente e tenebrose con accelerazioni heavy rock, mentre la lunga “Phoenix” si dimostra un vero gioiellino doom, ricco di vibrazioni acide e funeree liquidità. Per la devozione al feeling del rock oscuro, i Doomraiser possono essere accostati alla nuova generazione ortodossa dei vari Earthride, Seven Void, Argus, Place of Skulls, ecc, ed in particolare alla recente rivelazione dei cileni Procession. Stessa predilezione per i pezzi molto estesi, le atmosfere austere ed evocative, la voce ieratica, gli assoli chitarristici, anche se gli italiani sembrano possedere un pizzico di maggior dinamismo compositivo, a dimostrazione che sappiamo eguagliare, e talvolta superare, il livello dei migliori esponenti internazionali.
Altro episodio notevole è la conclusiva “Like a ghost”, una sorta di doom intenso e “spirituale” sul modello dei tanti progetti di “Wino” Weinrich.
Non resta che consigliare il presente disco a tutti coloro che apprezzano il doom nella sua forma tradizionale, così da supportare una formazione che ha poco da invidiare alla maggior parte dei colleghi stranieri.
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