Album d’esordio per i connazionali
Blue Dawn, quartetto di classico hard rock con vibrazioni “vintage”.
Una formula solida ed essenziale: la voce limpida di Monica Santo, una sezione ritmica rodata da parte dei co-fondatori della band, ed infine le impetuose volate solistiche della chitarra di Paolo Cruschelli, l’acquisto più recente e fondamentale.
Come sovente accade, quando la semplicità non scade nella banalità, regala i risultati migliori. I brani scorrono fluidi e piacevoli, con tutti gli elementi al posto giusto ed un pizzico di retrogusto seventies che li rende più accattivanti. Spiccano la vigorosa “The hell I am”, le cadenze insinuanti di “Hypnotized by fire”, la zeppeliniana “In my room” dai toni lenti e ombrosi, ed ancora “That pain” cantata a due voci.
Lo spettro sonoro viene inoltre ampliato grazie ai contributi di alcuni ospiti, dalle tastiere vecchio stile al sax che emerge nella coda di “Deconstructing people”, episodio che si distingue per un mood lievemente psichedelico.
Al contrario di altre rock band di casa nostra tendenti all’approccio muscolare, casomai i Blue Dawn sembrano perfino troppo compassati e puliti nell’esecuzione. Forse un paio di pezzi più infuocati non avrebbero guastato, ma è davvero chiedere troppo ad un debutto.
Infatti il disco è certamente ben riuscito, piacerà ai fans dell’hard rock di qualità e ci lascia l’impressione di un gruppo che può farsi strada nel circuito underground. Molto curata anche la confezione, com’è abitudine per i prodotti di casa Black Widow.
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