Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:59 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BEST YEARS
  2. CAN YOU HEAR THE WIND BLOW
  3. CALL ON ME
  4. ALL I WANT ALL I NEED
  5. GOOD TO BE BAD
  6. ALL FOR LOVE
  7. SUMMER RAIN
  8. LAY DOWN YOUR LOVE
  9. A FOOL IN LOVE
  10. GOT WHAT YOU NEED
  11. 'TILL THE END OF TIME

Line up

  • David Coverdale: vocals
  • Doug Aldrich: guitars
  • Reb Beach: guitars
  • Uriah Duffy: bass
  • Chris Frazier: drums
  • Timothy Drury: keyboards

Voto medio utenti

Seems like yesterday…

Sono già passati trent’anni, da quando un biondo e dotatissimo singer, tale David Coverdale, metteva in piedi i David Coverdale’s Whitesnake, dopo un periodo alla corte di sua maestà Ritchie Blackmore. Trent’anni, in cui la band ha attraversato alti e bassi, conosciuto momenti di buio quasi totale o di fulgido splendore, cambiato più line up loro che mutande io… E così, il 2008 ci consegna i Whitesnake Mark XIX, e un nuovo disco, tutto da ascoltare…

“Good to be bad”, giusto per togliere subito l’impaccio, è un gran bel disco. Un lavoro dalla produzione stellare, suonato da una line-up di fenomeni, con un David Coverdale più maturo, saggio, intelligente nel saper dosare la sua inconfondibile voce, a seconda del mood del brano. E così, ne vengono fuori 11 tracce davvero belle, in cui il vostro “anthemometro” si alzerà di parecchio, in cui i riffs sono veramente strabilianti per bellezza e capacità di coinvolgimento, in cui non una nota sembra fuori posto, a cominciare dall’opener “Best Years”, potente mid tempo con un gran ritornello.

Ma vi assicuro, affezionati lettori di Eutk, che potreste prendere alla cieca, e beccare canzoni davvero superlative, una via l’altra: amerei citare, per dovere di cronaca, la ‘Slip of the Tongue-style’ “All I Want All I Need”, con un gran chorus; il meraviglioso riff d’apertura di “Can you hear the Wind Blow”, la trascinante “All for Love”, dall’immenso potenziale radio; la lenta e rilassata “Summer Rain”, dove l’espressività della voce di David raggiunge i massimi picchi di questo lavoro.

Possiamo andare avanti, ma credo che il discorso sia chiaro: “Good to be Bad” è un discone, come si diceva una volta. Da avere, se amate ancora emozionarvi sull’onda di una bella canzone hard rock. The Gods are back!
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 dic 2010 alle 12:12

Autocitazioni??? Secondo me Coverdale compone i testi con un dado a sei facce, su ogni faccia ci sono le seguenti parole: babe, love, fool, uuuh yeah, woman, want!!! Ehehehe scherzi a parte, sono il mio gruppo preferito, e al solo pensiero di vederli al Gods... STO MALEEEE!!! :) Di quest'album, adoro A FOOL IN LOVE... Ascoltandola mi sembra di vedere David seduto su una sedia a dondolo fuori da una capanna immersa nel deserto del Nevada, lercio marchio di Tequila, che blatera della sua fiamma del momento... E' un mito...

Inserito il 12 lug 2008 alle 18:54

possibile che ancora non ci siano commenti su questo splendido disco?.....Qui il serpente bianco torna a mordere....eccome se morde...a tratti alcuni richiami ai vecchi classici si sentono ma sono solo piccole autocitazioni comunque perdonabili...a me va bene così....ho comprato la versione per feticisti in doppio cd+poster....lunga vita a re DAVID....

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