Lance King è un cantante statunitense, che ha alle spalle una solida carriera, costruita sui palchi con bands come Pyramaze, Balance of Power, Avian e moltissime altre. Nel corso di una carriera più che ventennale, il buon Lance si è ritagliato la sua fetta di notorietà, fino a fondare nel 1990 la
Nightmare Records (per cui, ovviamente, esce codesto ciddì) ed a dedicarsi più alla produzione che alle esibizioni. Questo 2011 ci consegna il primo cd solista di Lance King, e devo ammettere che è un bel sentire.
Basato su un’oscura (quanto risibile, a mio avviso) profezia sul significato simbolico del numero 11:11 e sul fatto che le sue apparizioni aprano varchi dimensionali, o manifestazioni di angeli e robetta del genere, l’album è un concept su quest’uomo che ha la capacità di vedere questi ‘segnali’ (Lance si dichiara uno di essi, vi assicuro che su Internet la letteratura a riguardo è vastissima). Musicalmente, il prodotto gira nello stereo con piacere, costruito com’è su un heavy che spesso si farcisce di power o prog, alternando con sapienza i bpm e gli arrangiamenti, brano dopo brano. La marea di ospiti presenti su questo “
A Moment in Chiros” [riporto dalla nota ufficiale:
Jacob Hansen (Beyond Twilight, Invocator & Anubis Gate), Kim Olesen (Anubis Gate), Michael Harris (Darkology, Thought Chamber), Tore St Moren (Jorn), Fred Colombo (Spheric Universe Experience), Markus Sigfridsson (Darkwater / Harmony), Kevin Codfert (Adagio), Michael Hansen & Shane Dhiman (Phonomik), Malek Ben Arbia (Myrath) & Morten Gade Sørensen (Pyramaze, Wuthering Heights), Elyes Bouchoucha, Malek Ben Arbia, Anis Jouini (Myrath) & Mistheria (Bruce Dickinson and many others)] dipende sicuramente dal fatto che Lance sia il capo della Nightmare, ma vi assicuro che l’album suona proprio bene, a cavallo tra l’Ayreon più metalloso e gli Shadow Gallery. Su tutto, ovviamente, l’ugola di Lance che può vantarsi di un’ottima pasta sonora, oltre che in un controllo invidiabile della voce di testa, che gli consente di essere consistente anche nei passaggi in falsetto. Qua e là (“
Infinity Divine”) la voce di Lance ricama in stile AOR, anche se alle sue spalle la band assemblata suona power e pure bello pesante; ma il disco è sicuramente piacevole da ascoltare, tanto quanto sono trascurabili (almeno per una volta!) le liriche basate su questo pagliaccesco gioco di coincidenze, orari che si ripetono, e numerologia da quattro soldi. Morale della favola: “A Moment in Chiros” è un gustoso cd prog/power molto melodico, apprezzabile da tutti gli adepti del genere ma anche dai ‘non’. Ah, vi ho detto in che giorno esce? Ovviamente l’11/11/11…. Mavalà!?
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