Copertina 9

Info

Anno di uscita:2004
Durata:60 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. THE ALIEN INSIDE
  2. I FOUND YOU
  3. A NEW WORLD
  4. WHO YOU REALLY ARE
  5. DON'T STOP ME
  6. STAY
  7. THE LOVE I'VE NEVER HAD
  8. THE ALIEN OUTSIDE

Line up

  • Oliver Hartmann: vocals
  • Christian Trombetti: guitars
  • Marco Guerrini: guitars
  • Dennis Randi: bass
  • Stefano Ruzzi: drums
  • Daniele Liverani: keyboards

Voto medio utenti

Quando il prog metal italiano si mette l'alta uniforme sforna prodotti che non sfigurano anche nel mercato internazionale, l'anno scorso fu così per i Dgm ed ora ecco il ritorno di "genius" Liverani tornato a far rivivere gli Empty Tremor dopo le felici esperienze di "Genius" e "Khymera". Rispetto al già notevole "Eros & Thanatos" c'è da segnalare l'uscita alla voce di Giovanni de Luigi in luogo di Oliver Hartmann (ex At Vance e singer in "Genius"), la sua performance dà alle canzoni più potenza ed espressività, a ciò aggiungiamo una produzione impeccabile e la crescita dal punto di vista della tecnica e composizione dei brani ed un suono più potente e al tempo stesso non privo di melodia. "The Alien Inside" apre meravigliosamente il cd con quasi 10 minuti di puro prog metal: lungo intro strumentale che richiama un po' "Yitse jam", e l'ingresso in campo di Oliver fa già ben presagire al meglio per il seguito, in un susseguirsi di cambi di tempo e soluzioni intricate che già basterà a ripagarvi dei soldi spesi per l'acquisto (mi raccomando non masterizzatevelo). "I Found You" calma gli animi con un intro molto atmosferico (gran lavoro in sottofondo di tastiera) che pian piano esplode in una dirompente cascata di hard melodico con tanto di refrain canticchiabile e corale, per poi tornare alla calma del ritmo iniziale, "A New World" non può non farci venire in mente i Kansas più prog ("Leftoverture", "Point of Know Return"), la collaborazione di Liverani con Steve Walsh ed anche il timbro vocale di Hartmann qui rendono stupendamente omaggio senza finire nel mero plagio alla band di Topeka, il finale con un tripudio di tastiere scroscianti riporta a sonorità prog anni '70 e new prog (Genesis, Kansas, Marillion, IQ), "Who You Really Are" ci riporta su ritmi prog metal combinati ad hard rock, anche qui il refrain è melodico e corale ma la ritmica di chitarra non lascia un attimo di respiro. "Don't Stop Me" nel suo intro strumentale ci butta dentro echi di chitarre alla Crimson Glory (do you remember "Valhalla"?) e anche qui la lunga durata dà modo di sbizzarrirsi in cambi di tempo, momenti più melodici e perfetti stacchi chitarre/tastiera. "Stay" è il brano più breve, una sorta di rock ballad all'inizio semi acustica, poi decisamente più elettrica, molto melodica e cantata con grande passionalità anche coralmente, "The Love I've Never Had" ci riporta al sound dei Dream Theater, potenza, complessità, tecnica e melodia qui trovano ancora terreno fertile. "The Alien Outside" riprende musicalmente il discorso concluso nel brano precedente cambiandone un po' la struttura (intro con drumming soffuso ma in evidenza, poi ritmo più sostenuto e ripetizione vocale del refrain con l'intervento di più voci, tra cui spiccano gli acuti finali di Hartmann), un'ottima conclusione degna di un prodotto di questo genere. Il 2004 sarà un anno molto importante per il prog metal, ma prima di pensare a Pain of Salvation ed Ayreon cominciamo già da "The Alien Inside" a non vergognarci più dei prodotti nostrani.
Recensione a cura di Carlo Viano

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