Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2002
Durata:45 min.
Etichetta:Snapper
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. CONTINUING WAR ON STUPIDITY
  2. THE ICING ON THE HATE
  3. FORCED TO FEAR
  4. NARCOLEPTIC
  5. OUT OF SIGHT OUT OF MIND
  6. TO LOWER YOURSELF
  7. LOWEST COMMON DENOMINATOR
  8. FOREWARNED IS DISARMED
  9. PER CAPITA
  10. FARCE AND FORCE
  11. BLOWS TO THE BODY
  12. THE GREAT CAPITULATOR

Line up

  • Mark "Barney" Greenway: vocals
  • Jesse Pintado: guitars
  • Mitch Harris: guitars
  • Shane Embury: bass
  • Danny Herrera: drums

Voto medio utenti

Certo quando si parla di death metal non si può non fare riferimento ad una delle band che maggiormente ha contribuito alla nascita di questo genere nella seconda metà degli anni '80, i Napalm Death. Abbandonata la Dreamcatcher e tagliati i capelli (con disappunto del nostro Graz!), la band di Birmingham ritorna con un disco di altissimo valore quale "Order of the Leech", un concentrato di puro death, a tratti vicino alle prime influenze grindcore, in grado di spazzare via tutta la schiera di pseudo death meta band della scena attuale.
Il passare degli anni (e 15 sono un buon numero) non sembrano costituire un problema per una band dalla coerenza invidiabile, dalla line up pressoché immutata alle scelte stilistiche che sempre hanno caratterizzato il proprio sound. La violenza sonora dell'opener "Continuing War on Stupidity" o di una "To Lower Yourself" non lasciano da subito dubbi sui contenuti di questo album nel quale episodi ultra fast si alternano a momenti più tipicamente death, sorretti in maniera egregia dalla sezione ritmica e dal monumentale lavoro delle chitarre, impegnate a macinare potenti riff in continuazione. Nell'ascolto dei 12 brani non mancano alcuni episodi un po' sotto tono e meno ispirati, ma non vanno certo a minare la qualità complessiva del prodotto che rimane indubbiamente elevata. In definitiva una vera lezione di death metal da parte di veri e propri maestri del genere, i quali, a differenza di molti colleghi, non sembrano aver perso nulla nel corso degli anni e in grado di mantenersi ancora come punto di riferimento per le giovani leve che molto hanno ancora da imparare.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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