Tanta devozione allo Speed & Power statunitense (Vicious Rumors, Helstar, Iced Earth…), ma anche chiari rimandi ai Judas Priest e, perchè no, al Blaze Bayley solista, con un filotto di canzoni che si susseguono affilate, ficcanti e che si fanno ascoltare con piena soddisfazione, almeno fintanto che si riescono a superare le perplessità suscitate dalla prova del cantante David Marcelis, con il frontman dei
Lord Volture fin troppo spesso in affanno nel tenere il passo, con una prestazione vocale forzata e vagamente sgraziata.
Tocca all'incedere manowariano di "Taiga", dopo un lungo incipit strumentale, mettere ancor più alla
frusta l'ugola di David Marcelis e lo stesso avviene per "Korgon’s Descent" (uno dei brani più vicini a quello
US Speed Power portato ai suoi massimi livelli dai Jag Panzer), per non parlare del confronto impari con il guest Sean Peck (cantante dei Cage) in occasione di "Into the Lair of a Lion".
Ed un vero peccato che questi brani, nel loro complesso davvero ben riusciti, e sopratutto la devozione messa in piedi con quell'energia e convinzione espresse da questa giovane formazione olandese, vengano penalizzata da una prestazione vocale ancora così
acerba.
Visto che siamo anche al secondo album (l'esordio, "Beast of Thunder", era uscito nel 2010) e a questo stato d'arte, i Lord Volture non posso certo evitare di pagar pegno.
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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