Recensire i dischi è certamente un impegno interessante, permette di restare a contatto con la scena e, talvolta, di scoprire nomi che, altrimenti, non si sarebbero mai conosciuti. Eppure quando il nostro sadico caporedattore mi consegna una pila di promo, alle cui estremità sono posti come specchietto per le allodole Cd estremamente appetibili, ma che nel mezzo rivela la presenza di band di cui sarebbe stato meglio ignorare l'esistenza, mi prende lo sconforto valutando la prospettiva di dover obbligatoriamente sorbire l'ascolto di tali "capolavori" per intero. Fortunatamente esistono anche le belle sorprese, ed i SummoneR fanno indubbiamente parte di questa categoria. Introdotta da una copertina che, con tutta la buona volontà, proprio non si può definire accattivante, la formazione rivela invece una spiccata personalità ed un gusto musicale non trascurabile. I SummoneR dimostrano di saper miscelare con perizia un death metal malinconico, coadiuvato da voci femminili e ricco di partiture tastieristiche, ad atmosfere più aggressive ed inquadrate; l'ottimo lavoro dei cantanti, Paolo per il growl/screaming e la graziosa Nadia per quanto concerne le voci melodiche, accostato ad un lavoro di sintetizzatori che permea l'intero album senza mai risultare invadente, dà vita a brani complessi e memorizzabili al tempo stesso. Nomi come Amorphis, My Dying Bride, ma anche Children of Bodom e Graveworm, possono dare un'idea generale delle coordinate sonore della band, eppure i SummoneR non cadono nell'errore di proporre una sterile fotocopia delle loro influenze, creando invece uno stile non certo originale, eppure ben riconoscibile e gradevole all'ascolto. La band trasporta l'ascoltatore su territori ora sognanti ora oscuri senza mai far cozzare i cambi di sonorità, e mostrando delle potenzialità interessanti. Un gruppo da tenere d'occhio, quindi, che merita un ascolto non superficiale (se siete interessati potete trovare informazioni più dettagliate su www.summonersite.com). Da segnalare la presenza di due blasonati guest del calibro di Daniel Botti dei Node, ospite nel opener "Following Your Insight", e Dhilroz degli Ancient.
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