Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:non disponibile
Etichetta:Auerbach Tonträger

Tracklist

  1. RAINING IN APRIL
  2. TO KILL ALL KINGS
  3. THE SAILOR'S ARIA
  4. FOOL'S SHIP
  5. TOYS
  6. EDWARD
  7. THE BAD LUCK BIRD
  8. APRIL RAIN
  9. CRUEL LINCOLN
  10. SOMETHING'S COMING
  11. STELLA MARIS
  12. THE CRUELLEST MONTH
  13. THE BLACKLEG MINER

Line up

  • Tony Wakeford: Voice, Guitars, Double Bass, Keyboards
  • Joanne Owen: Accordion
  • Caroline Jago: Bass
  • Jeremy Perl: Cello
  • Guy Harries: Flute
  • M: Drums, Percussion,12 Strings Acoustic Guitar, Synthesizers, Electronics
  • Renée Rosen: Violin
  • Andrew King: Vocals, Glockenspiel, Drums

Voto medio utenti

Il nome dei Sol Invictus è di quelli che non hanno bisogno di presentazione: ci troviamo di fronte al gruppo più importante della scena folk apocalittica, punto.
Tony Wakeford e soci mancavano dal mercato discografico da sei anni, il precedente "The Devil's Steed" è del 2005, e, ad essere sinceri, le loro ultime uscite non avevano fatto gridare al miracolo, anzi.
"The Cruellest Month", invece, inverte la triste tendenza degli ultimi lavori e ci consegna un gruppo in ottima salute.
Non siamo di fronte, è bene chiarirlo, a nessun cambiamento radicale: quello che i Sol Invictus ci propongono è la "solita" miscela sonora di folk triste e maliconico che, in questa occasione, si sofferma sull'impegnativo tema della crudeltà sviscerandolo lungo le tredici tracce che compongono il lavoro.
Tony Wakeford è il solito dandy inglese, è il solito cantore pessimista di sempre e le sue armonie tornano indietro nel tempo miscelandosi con quanto offerto nel passato.
Nessuna novità dunque, ma "The Cruellest Month" può contare su una ispirazione che pareva essere smarrita e mette sul piatto una serie di composizioni capaci di affascinare ed incantare all'interno delle quali la voce calda di Tony si intreccia ottimamente con melodie di violino, flauto, ma anche con improvvisi squarci quasi industriali, senza mai smarrire quel senso di inquietutide che sottende tutto il disco.
Sembra quasi che il nostro corpulento inglese abbia voluto, idealmente, rifarsi al capolavoro "In the rain", cercando di rievocarne lo spirito e le fascinazioni e credo che ci sia quasi riuscito avendo dato vita ad un disco davvero poetico e delicato.
Un disco in cui convivono anime diverse, ora rabbiose, ora sopite, nel quale la musica ci offre una impronta fortemente epica, sebbene sia sempre mesta, sebbene dia sempre una impressione di negatività strisciante.
"The Cruellest Month" non sarà il miglior disco di Wakeford, ma rappresenta un ottimo ritorno per una band imprescindibile che non dovrebbe mancare nella collezione di chi ama il neofolk.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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