Mi rendo conto che in un’epoca di grande rivalutazione del “passato”, non è per nulla facile districarsi nel marasma di ristampe e di
reunion che caratterizza il mercato discografico, ma se accettate un consiglio sgorgante direttamente dal “cuore”, senza però dimenticare la necessaria “ragione”, non mi farei scappare l’opportunità di testare le notevoli doti dei redivivi
Canada, in questo caso alle prese con un proficuo confronto con la loro “storia”, tanto scintillante quanto (criminalmente!) poco fortunata.
Sotto la luminosa direzione del talentuoso polistrumentista Massimo Cillo, dopo il ritorno alla “vita artistica” con la retrospettiva “Afterimage” e nell’attesa (
spasmodica, se lo chiedete al sottoscritto!) del
concept inedito attualmente in fase di registrazione, la band di Rimini decide di realizzare questo “ReCycled” nel quale quattro gemme del suo repertorio vengono riproposte in una versione risuonata e riarrangiata, e poi addizionate con una vibrante
cover di “Tom Sawyer”, uno dei tanti capolavori scaturiti dalla magnificenza dei Rush.
Ebbene, quando l’umile scribacchino di una
gloriosa webzine musicale, parlando del contenuto del già citato “Afterimage”, si era espresso usando parole quali […]
tutta “roba” che nelle sapienti mani di un produttore di livello e con l’ausilio di un allestimento sonoro professionale avrebbe potuto ottenere egregi risultati. […], francamente non immaginava del tutto quanto avrebbero potuto essere efficaci alcune di quelle partiture se sottoposte ad un trattamento di aggiornamento tecnico e di revisione nell’approccio musicale, assolti con una misura e una vitalità davvero encomiabili.
Frivole
autocitazioni a parte, è piuttosto sorprendente assistere all’impatto emotivo che una manipolazione ponderata di brani già sopraffini nella “materia prima” è stata capace di produrre: senza perdere una stilla della loro originale forza espressiva, i pezzi oggi acquistano una nuova “luce”, arricchendo di colori maggiormente “contemporanei” un caleidoscopio cromatico già vivido per sensazioni e suggestioni sensoriali.
Le sequenze
techno-AOR del gruppo, sviluppate in senso
progressivo e prive di semplicistiche contemplazioni ispirative diventano merce adatta agli estimatori dei “vecchi” e in qualche modo un po’
elitari Pallas, Saga, Twelfth Night e Grand Prix e pure per gli appassionati dei più “universali” Dream Theater, Shadow Gallery, Enchant e Asia, dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la classe, l’intelligenza e il talento sono prerogative che difficilmente vanno disperse nelle spire inarrestabili del tempo.
Con il fattivo contributo di due eccellenti musicisti, Cillo rende, così, meritata giustizia all’
AOR mutante “Eyes on you” (se la memoria non m’inganna originariamente dedicato alla schermitrice Dorina Vaccaroni!), alla palpitante “Don't throw your heart”, alla deliziosa coreografia in
modulazione di frequenza di “Angel of the city” e all’aristocratica “Never surrender”, esempio di come virtuosismo strumentale e disinvoltura melodica possano convivere sullo stesso pentagramma.
Difficile poi, visti i presupposti, pensare che l’omaggio ad uno dei
gruppi guida dei Canada, potesse risultare poco rispettoso o approssimativo … la trascrizione della celebre “Tom Sawyer”, pur nei limiti “oggettivi” di un confronto gravoso e impegnativo, non indignerà i
die-hard fans del colosso canadese che, anzi, sono certo ne apprezzeranno la lucida e appassionata rilettura.
Il “riscatto” e quel sacrosanto riconoscimento finora mancato sembrano sempre più vicini, e probabilmente solo il suddetto “Of once and future kings” (gran bel titolo, tra l’altro, prodigo di allettanti prospettive!) previsto per l’autunno del 2012, fornirà un contributo risolutivo all’impresa … per ora godiamoci pienamente “ReCycled”, una forma davvero produttiva di
riciclaggio.