Copertina 6

Info

Anno di uscita:2011
Durata:42 min.
Etichetta:Come Clean Records

Tracklist

  1. ALECTO
  2. REFLECTIONS
  3. TAKEN SICK
  4. FOOL
  5. ASHES OF AFFECTION
  6. HEDONIST`S HORROR
  7. RAISED FIST ARMED
  8. DROWNING
  9. UNITED IN CHAOS
  10. SAND THROUGH HANDS

Line up

  • Katrin Bernhardt: vocals
  • Thomas Bauer: guitars
  • Raffael Trimmal: guitars, vocals
  • Michael Bartl: bass
  • Andreas Zoncsich: drums

Voto medio utenti

Gli austriaci Xenesthis se ne sono andati sino in Colombia per trovare il proprio nome (dalla Xenesthis Immanis, una simpatica tarantola) mentre per l'ispirazione musicale pescano da più parti, dando poi vita ad un Metal moderno ed energico (da qualche parte tra Lacuna Coil ed In Flames), sul quale si staglia la voce volitiva della cantante Katrin Bernhardt.
Le diverse canzoni mantengono una struttura dinamica sia nelle ritmiche sia nel guitarwork, con un tocco melodico radicato più che altro nella prova della già citata Katrin Bernhardt, ma non sempre il risultato finale si rivela positivo. Infatti, se da un lato troviamo le scattanti "Alecto" e "Drowning" o l'accattivante "Reflections", dall'altra canzoni come "Taken Sick" o "Hedonist's Horror" scorrono via anonime e senza sussulti, nemmeno quando provano ad incazzarsi come su "Ashes of Affection" o "United in Chaos", due dei pezzi dove il chitarrista Raffael Trimmal aggredisce anche il microfono.

Sarà per la registrazione piuttosto fredda ed asettica, o per la sensazione di distacco che sembra trasmettere la stessa band, ma "Thou Shalt Not" convince solo a momenti, una constatazione che non può che fare a pugni con i trascorsi di un gruppo che ha alle spalle non solo diversi demo ed EP, ma anche un full lenght, "Sick of Pitch-Black", uscito nel 2007, e delle invidiabili esperienze live, avendo diviso stesso palco di gruppi come Metallica, Slayer o Slipknot.

Discreta la prova della Bernhardt, ma nel suo complesso "Thou Shalt Not" rimane un lavoro un po' troppo di maniera.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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