A sei anni di distanza dal precedente “Knives of Ice” tornano i
Dim Mak con il nuovo
“The Emergence of Reptilian Altars”, album che porta delle innovazioni nel quartetto del New Jersey sia a livello di line-up che di contenuti. La prima novità è l’ingresso in formazione del cantante
Joey Capizzi dai Dying Light, che sostituisce il precedente Scott Ruth. Essendo il fuoriuscito cantante l’autore dei testi riguardanti le arti marziali che avevano contraddistinto finora il gruppo americano, eccoci alla seconda novità. Con questo nuovo disco vengono infatti affrontati argomenti più vicini allo stereotipo classico del death metal, quali la cospirazione reptiliana e temi riguardanti la mitologia ed i racconti di H.P. Lovecraft. Contenuti sicuramente esoterici rispetto ai precedenti ma che lasciano alla musica quel marchio da “combattente”, con le metafore atletiche perfette a descrivere il sound dei Dim Mak. Otto le devastanti canzoni che compongono il disco.
Shaune Kelley, chitarrista anche negli Hate Eternal, ci delizia con una tecnica straordinaria, con intricati e aggressivi riff suonati a gran velocità. Il lavoro di
John Longstreth (Gorguts) alla batteria non si limita solo a blast-beat ultra veloci come sul precedente album, ma si adopera anche per dare una struttura più dinamica alle canzoni, coadiuvato dal basso chirurgico di
Scott Hornik (Ripping Corpse). La prova del nuovo arrivato Joey Capizzi, con il suo growl che ricorda quello di Dave Vincent su “Blessed Are the Sick”, fluisce perfettamente con i riff dei pezzi, aiutando ad entrare precisamente nella struttura e nel groove di tutte le canzoni dell’album. Se siete fan di death metal tecnico della Florida sulla scia di gruppi come Monstrosity, Morbid Angel e Atheist sicuramente anche per voi questo sarà uno dei migliori dischi del genere dell'ultimo anno. Non sempre super gruppo equivale a super disco. Per “The Emergence of Reptilian Altars” …sì!
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