Come si dice in questi casi? La classe non è acqua? Beh sappiate che i
Mainline prendono in parola il famoso detto e lo trasformano in musica, virando leggermente rispetto al passato recente ma dimostrandosi per l'ennesima volta una delle più belle realtà italiane.
Si perchè in questo nuovo disco "
Azalea" i piemontesi lasciano un po' per strada l'approcio più speed/thrash che aveva caratterizzato il loro lavoro precedente, per esaltare invece l'aspetto -core del loro sound, a volte orientandosi verso un post-hardcore di matrice californiana, altre più sul metal-core caro a band quali
Killswitch Engage e
Unearth.
Sempre ottimo risulta dietro al microfono
Maurizio Lazzaroni, che qui più che in passato ricorda Jeffrey Morera dei
Poison the Well, sia nella parti in scream sia in quelle pulite, catalizzando inevitabilmente su di se e sul suo ruolo la maggior parte delle attenzioni.
Ma non sono assolutamente da sottovalutare i suoi compagni d'armi:
Amelotti e
Valsecchi alle chitarre sono bravissimi a palleggiarsi momenti più melodici ("
The Romantic End") e altri più violenti e affini al passato ("
The Archetype"), mentre alla sezione ritmica troviamo un
Baronetto e un
Benedetto in grandissimo spolvero, che quando necessario sciorinano vere e proprie sventagliate di mitra, come nella conclusiva "
Saturno Rage", dove alla rabbia del dio dell'agricoltura si accompagna quella dei Mainline stessi, e il risultato è da massacro uditivo.
La produzione poi esalta in maniera perfetta il lavoro già sopraffino dei 5 musicisti, completando alla grande l'opera e rendendo "Azalea" una vera e propria perla.
Insomma un doveroso "bentornati" ai
Mainline, che con questo disco vogliono letteralmente urlare al mondo di che pasta sono fatti. E noi che abbiamo la fortuna di averli così "vicini di casa" andiamo a bussare alla loro porta se vogliamo ascoltare del buon metalcore, non guardiamo sempre all'estero.
Quoth the Raven, Nevermore..
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