Difficile delineare con precisione le emozioni che mi hanno attanagliato l'animo ascoltando questo lavoro dei finlandesi
Raate.
La loro musica mi ha toccato nel profondo, mi ha ricordato, violentemente, il mio amore per il black metal.
"Menetyksen Tie" è quello che non esiste più, o almeno credevo che non esistesse più: il black metal nella sua forma più poetica, più affascinante. Il duo di Helsinki da corpo ad una visione artistica in cui il suono atmosferico del
Burzum più ispirato si fonde con lo spirito epico dei primissimi
Satyricon e con la forza pagana dell'indimenticabile
Bathory del periodo vichingo.
Il tutto avviene in modo fluido, spontaneo.
La musica che ascoltiamo nei nove brani del disco ha una forza suggestiva ed evocativa dirompente, è capace di far sognare senza, per questo, rinunciare ad essere aggressiva e gelida.
Prendete un brano come
"Taival" o la suite finale
"Ajan Temppeli", divisa in quattro capitoli, e lasciatevi trasportare lontani da composizioni "antiche" ed eteree che vi dilanieranno l'animo con dolcezza e fiera arroganza.
"Menetyksen Tie" gioca con i toni del grigio e dipinge un chiaroscuro.
Lo dipinge con la sua alternanza di voci evocative e scream, con il rincorrersi di tristi melodie di chitarra ed improvvise accelerazioni che squarciano il tappeto di tastiere spesso da brivido.
Lo dipinge con la forza della sua semplicità senza ricorrere a nessun trucco, solo attraverso il vero sentimento.
Ripeto, io amo questo black metal.
E se lo amate anche voi, non perdetevi questa perla oscura.
Superbi.
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