Con questa nuova autoproduzione, i romani
Dr.Gore confermano ed amplificano i risultati del precedente “Rigor Mortis”, già da me recensito qualche anno fa.
Brutal grind, o comunque qualsiasi etichetta possa applicarsi ad un metal ultra-estremo, devastante, esasperato, dove tutto si riduce a macabra malvagità. Brani che si sgranano implacabili, ossessivamente isterici e rigurgitati nelle orecchie dell’ascoltatore. Banditi gli assoli, minimizzate le pause, eliminata qualsiasi cellula di accessibilità, qui il suono diventa carneficina totale e nichilista.
Sullo sferragliare di blast-beat annichilenti e chitarre torturate e sulfuree, si stagliano grugniti immondi che ci dipingono incubi sanguinolenti, torture, massacri, decomposizioni. Il gruppo riesce però a dare un’identità agli episodi, generando sfumature percepibili dagli appassionati del genere.
La prova del quartetto è brutalmente valida, trasuda violenza e follia dall’inizio alla fine. Credo sia più che sufficiente per trovare finalmente una label che abbia voglia di produrli, principale obiettivo della band nostrana.
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