Un paio d’anni fa, in fase di recensione dell’ultima fatica targata
Lyriel, il buon Whora diceva che, dopo aver avuto la sensazione di trovarsi di fronte a un dischetto trascurabile, piano piano con gli ascolti i Lyriel avevano guadagnato punti, arrivando a conquistarlo. Purtroppo, non posso dire la stessa cosa: dal primo all’ultimo ascolto, per me, i Lyriel sono rimasti una cosa carina ma abbastanza anonima.
Canzoni innocue che non lasciano segni da nessuna parte: orecchie, mente, cuore. La voce, ottima tecnicamente, manca a mio parere di una personalità definita, finendo per non aggiungere molto ai brani, che già di loro presentano evidenti limiti compositivi e tecnici. Intendiamoci, però: c’è gente che venderebbe l’anima al diavolo per avere una voce così, ma nel panorama metal di donzelle che cantano esattamente nello stesso modo ne abbiamo già a bizzeffe.
Anche se meno rispetto al passato, il momento di mercato potrebbe favorire prodotti di questo tipo, trainati dall’uscita del nuovo Nightwish. Un po’ come accade quando un libro fa successo parlando di un argomento e subito ne escono centinaia di cloni, che tuttavia non sfiorano nemmeno lontanamente l’originalità del capostipite. Sinceramente, spero non sia così e spero che questi ragazzi riescano a trovare una propria via al più presto, perché rischiano seriamente di rimanere in un cupo limbo di band tutte identiche, tutte ugualmente noiose.
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