Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. LEAVE US HERE
  2. EYES OF THE NIGHT
  3. COME INSIDE
  4. I WANT YOU TO BURN
  5. DARK SHADOW
  6. ANOTHER WAR CRY
  7. PAIN AND TEARS
  8. I'LL FIND MY FREEDOM
  9. VOICES
  10. THE CRY OF THE KING

Line up

  • Luigi Usai: vocals
  • Francesco Marras: guitars
  • Andrea Giribaldi: guitars
  • Antonio Doro: bass
  • Flavio Fancellu: drums

Voto medio utenti

Gli Screaming Shadows sono cinque ragazzi di Sassari con una grande passione per l'Heavy Metal ottantiano. Nato nel 1999 col nome di “Eruption”, il gruppo ha faticato molto per trovare una line-up stabile: intorno ai due giovani guitar hero Francesco Marras e Andrea Giribaldi e al bassista Antonio Doro si sono alternati molti musicisti, ma soltanto negli ultimi anni gli Screaming Shadows sono riusciti a trovare un drummer preciso e potente (Flavio Fancellu), e una voce adatta alle composizioni del gruppo (Luigi Usai). “Behind the Mask” è un disco autoprodotto, quindi non deve stupire la mediocre produzione del cd, lievemente superiore a quella che ci si aspetterebbe da un demo. Il disco si apre con l'orecchiabile “Leave us Here”, che permette di apprezzare l'abilità di Luigi sulle note più alte, mentre la coppia Marras – Giribaldi si destreggia tra ritmiche serrate e refrain melodici. “Eyes of the Night” è decisamente più veloce e potente, ed è ancora la voce di Lugi a conquistare l'attenzione dell'ascoltatore, passando da versi aggressivi al tiratissimo screaming del ritornello. L'inizio di “Come Inside” vede protagoniste le chitarre di Francesco e Andrea, che si inseguono in riff estremamente catchy, dando vita a un mid-tempo roccioso; purtroppo quest'episodio si rivela poco riuscito e alla lunga noioso. “Dark Shadow” su ritmi più lenti, un incedere oscuro e inesorabile, impreziosito da assoli efficaci che privilegiano il feeling alla velocità di esecuzione. Decisamente riuscita la breve strumentale “Another War Cry”, caratterizzata da un guitar-work originale e convincente, mentre il finale del disco segna un lieve calo nel songwriting, troppo statico e impersonale. “Behind the Mask” è un buon debutto, e dimostra le ottime potenzialità dei cinque giovani sardi: mancano solo una produzione adeguata e una maggiore varietà nelle composizioni.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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