Secondo album per questo quintetto della Virginia del Nord, di cui avevo recensito il debutto “Southern Darkness” uscito alla fine del 2009.
Nulla è cambiato per il gruppo di barbuti sudisti, che ribadiscono con forza il loro stoner metal impregnato di feeling southern rock. Massicci, abrasivi, oscuri, ci ripropongono brani ricchi di potenza heavy e pathos epico, nella migliore tradizione di questo stile ibrido. Titoli come “Appomattox”, “A steward’s prayer” o la monumentale “The fog”, sono un concentrato di cadenze sfibranti, cavalcate chitarristiche e voce polverosa, senza dimenticare l’atmosfera da Guerra Civile che circonda immancabilmente le formazioni culturalmente legate al sud degli Usa.
Tra desiderio di rivalsa e sfide eroiche da “Ok Corral”, vedi l’accentuata drammaticità di “Pistols and penance”, i
King Giant ci offrono un buon lavoro grezzo ed appassionato, confermandosi tra i migliori esponenti di questa scuola, che comprende i vari Artymus Piledriver, Sasquatch, Bakerton Group, Wooly Mammoth, Borracho, ecc.
Un disco perfetto per appassionati del settore.
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