Disco d'esordio per gli olandesi
Dodecahedron che ci offrono, con l'album omonimo, sette brani di post black metal violento e geometrico.
La proposta del quintetto punta molto su una atmosfera che si può definire asettica e futuristica all'interno della quale il gruppo costruisce un magma sonoro davvero pesante e difficile da reggere.
L'ascolto del disco non è, infatti, per nulla semplice e le strutture articolate dei brani, anche molto lunghi, contribuiscono ad aumentare il senso di claustrofobia che si respira in questo disco.
I
Dodecahedron, come chi conosce il genere avrà intuito, devono molto alla proposta di gente come
Deathspell Omega o
Blut Aus Nord anche se riescono a convogliare queste influenze all'interno di una proposta comunque personale che fa della "circolarità" il suo emblema.
Certamente il gruppo non inventa niente di nuovo, difetto abbastanza grave se si pensa che la loro etichetta li definisce avant-garde, ma è altrettanto vero che spunti interessanti, come certe partiture jazzate o inserti al limite dell'ambient, rendano
"Dodecahedron" un esordio comunque piacevole.
Se da un lato il post black metal incomincia a mostrare la corda, avendo perso la sua carica innovativa, dall'altro ci offre comunque ancora qualcosa di piacevole e questi olandesi ne sono la prova.
Da ascoltare senza aspettarsi troppo.
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