I
Seasons of the Wolf hanno fatto tredici.
O meglio, è il loro secondo album che a distanza di tredici anni dalla sua uscita viene ripubblicato dalla Pure Steel con un doppio vinile in edizione limitata.
Ricordo che ai tempi, attirato dalla loro presenza su un
tribute album agli Iron Maiden con una reinterpretazione di "Flash of the Blade", mi avvicinai alla stampa che ne aveva fatto la Adrenaline Records, con una sola bonus track (la versione live di "Land of the Dead") invece delle tre presenti oggi, ma "Lost In Hell" non mi colpi più di tanto, un'impressione che non cambia nemmeno ora.
Non che i floridiani Seasons of the Wolf siano una band scadente, anzi, hanno capacità e personalità ed il loro è un Heavy Metal oscuro, con rimandi progressive e seventies, soprattutto grazie al lavoro svolto dal tastierista Dennis Ristow, sui quali si staglia la voce drammatica di Wes Waddell, con risultati che suonano un po' come un ibrido tra Mercyful Fate, Blue Oyster Cult, Savatage e Cathedral.
Si segnalano l'incedere oscuro di "Abandoned City" o di "Voo Doo Master", quello spaziale e vagamente ipnotico di S.O.S. ed i ritmi tribali di "Interstellar", per quanto non compensano a sufficienza alcuni episodi a mio parere dispersivi e poco efficaci, come ad esempio "Communion", "Initiation" o la conclusiva "One Land One King".
Non escludo di essere io a sbagliarmi sui Seasons of the Wolf e quindi ben venga l'opera di recupero da parte della Pure Steel.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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