Copertina 8

Info

Anno di uscita:2004
Durata:74 min.
Etichetta:Spikefarm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HARBRINGER
  2. STRANGE HORIZON
  3. THE AMBASSADOR
  4. FROM THE VOID
  5. THE WANDERING JEW
  6. INTO THE REALMS OF MAGICKAL ENTERTAINMENT
  7. DUNKELHEIT

Line up

  • Albert Witchfinder: vocals, bass
  • Peter Vicar: guitars
  • Earl Of Void: drums

Voto medio utenti

Dagli e ridagli, anche se con un certo ritardo, riesco finalmente a mettere le mie avide mani su questo nuovo prodotto targato Reverend Bizarre, una delle più interessanti e intransigenti doom metal band degli ultimi anni, che già ottimamente mi aveva impressionato col debutto "In The Rectory Of The Bizarre Reverend" del 2002, poi ristampato lo scorso anno. E così, alla faccia dei distributori ben più impegnati a supportare l'ultima trovata commerciale del momento e a relegare nell'oblio band e uscite come la presente, mi rivolgo direttamente ai Reverend Bizarre i quali nel giro di pochi giorni provvedono a sopperire alle mancanze di chi dovrebbe per primo supportarli, mandandomi direttamente da Turku, Finlandia, il presente nuovo EP della band. Dopo il primo e acerbo demo "Slice Of Doom" e l'esordio di cui sopra, il trio finlandese riesce ad agguantare un contratto con la Spikefarm e il primo risultato di questa nuova collaborazione è "Harbringer Of Metal", un EP appunto composto da 7 brani per la bellezza di 74 minuti di durata (alla faccia dell'EP!). Con queste premesse l'ascolto si fa subito interessante, anche se, a ben guardare, delle 7 tracce presenti, solo 4 possono considerarsi tali a tutti gli effetti, ma andiamo con ordine."Harbringer" è l'intro che conduce nei meandri sonori di questa monolitica formazione, un tuffo senza fine verso gli abissi oscuri magistralmente descritti dal verbo del Reverendo. 3 minuti e mezzo di intro sono decisamente azzeccati per un prodotto in cui la media durata di ogni traccia si aggira sui 15 minuti: i Reverend Bizarre si riconfermano subito come una delle più lente e ossessive doom metal band degli ultimi anni, e con questo prodotto si spingono addirittura oltre raggiungendo limiti quasi impensabili. La prima traccia a tutti gli effetti è rappresentata da "Strange Horizon", brano risalente la primo demo del 1999 e qui rispolverata in tutto il suo splendore per l'occasione. Uno degli episodi più classici di questa eccentrica formazione in cui sono messi in mostra tutti gli elementi che la caratterizzano e che personalmente mi hanno portato ad innamorarmi di questo sound così unico: brani dannatamente lunghi, estremamente cadenzati e ripetitivi, un'enfasi plateale per ogni singola nota e il cantato teatrale ed evocativo di Albert Witchfinder a coronamento di quanto di meglio il doom metal possa offrire. La stessa melodia e lo stesso incedere litanico caratterizzano quello che a mio avviso rappresenta il miglior episodio di questo prodotto, "The Wandering Jew", altro brano colossale caratterizzato anche da un break centrale dalle venature psichedeliche davvero esaltante. Nel mezzo troviamo un'atipica "From The Void", espressione del lato più oscuro dei Reverend Bizarre, monolitica song di 20 e passa minuti con assolo di batteria incluso (questo davvero difficile da digerire e forse un po' troppo forzato), incentrata quasi interamente su uno stesso riff ripetuto fino allo sfinimento, accompagnato da un cantato quasi gutturale, oscuro; un brano quasi drone per incedere e atmosfere che rappresenta quanto di più estremo sia possibile immaginare in ambito classic doom. "The Ambassador" e "Into The Realm Of Magickal Entertainment" rappresentano degli anelli di congiunzione tra un brano e l'altro, brevi episodi di passaggio, il secondo dei quali, cupo e strumentale, introduce verso l'ultimo episodio di "Harbringer Of Metal", una cover per l'occasione. "Dunkelheit" è tratta dall'album Filosofem di Burzum, una scelta davvero insolita e coraggiosa che lascia per lo meno stupiti e che di certo dividerà il pubblico tra chi troverà snaturata l'anima oscura e malvagia dell'originale, soprattutto per il cantato così lontano da quello del Conte, e chi invece apprezzerà la difficile scelta e la sua riuscita a mio avviso davvero convincente. Tutto questo in un solo EP, e l'attesa per un nuovo album si fa ancora più carica di aspettative per questa incredibile formazione: "Doom what thou wilt shall be the whole of the law!".
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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