Come sono lontani i tempi in cui i gruppi al loro esordio a malapena sapevano tenere gli strumenti in mano e presentavano un cd (o nella maggior parte dei casi una cassettina) con un suono che oggi farebbe pietà anche nel più amatoriale dei demo...
L'aspetto positivo di tutto questo era che giocoforza la band in questione doveva dedicarsi anima e corpo alle idee, alla sostanza delle canzoni, non potendo lavorare sugli orpelli tecnici e di produzione, e chi non ci riusciva era immediatamente fuori dai giochi, evitando così una saturazione di mercato che invece oggi appare come piaga inestirpabile.
Perchè questa premessa? Non lo so, dato che non è adatta ai
Bloodshot Dawn, band inglese giunta al debutto (autoprodotto) con questo lavoro omonimo e dedita ad un generico "extreme metal" che raccoglie un po' tutte le influenze europee di death old school, passando per roba più moderna o melodica dai
Dark Tranquillity ai
Soilwork, ma (è questo è bene precisarlo) senza ALCUNA concessione al metalcore, ai coretti più sputtanati o alle soluzioni più modaiole e tristi, rimanendo sempre ben saldi all'interno della sfera metal più adulta e seria.
Peraltro come anticipato in apertura di recensione i Bloodshot Dawn si presentano in modo impeccabile, con un cd amorevolmente confezionato, con una copertina molto death metal anni '90 (non so perchè mi ha ricordato i Gorguts) e dall'ottimo booklet (in tempi di link a mp3 su mediafire o rapidshare è un miracolo che esista ancora qualcuno così professionale) , accompagnato da foto, biografia completissima, info-sheet e tutto il resto. Ciò che è più importante, completano l'opera una produzione davvero buona (paradossalmente ottenuta nella mia città, a Roma nei 16th Cellar Studios, già casa di
Fleshgod Apocalypse e
Hour of Penance) ed una tecnica invidiabile ma sempre messa al servizio dei brani, sebbene in qualche occasione il quartetto si sia fatto un po' prendere la mano, avventurandosi in soluzioni un po' troppo cervellotiche che stonano col mood delle composizioni.
Come detto, piuttosto variegata l'offerta dei Bloodshot Dawn, che passano in scioltezza da aperture armoniche care al death metal melodico svedese a coltellate ferali quasi brutal, combinando al meglio questi elementi in un continuo rincorrersi ed alternarsi di soluzioni, perlomeno fino all'immancabile classicheggiare della coppia chitarristica
Ellis/McMorran che si diletta alla grande sia in fase di riffing sia di solos, che a dire la verità rappresentano una delle marce in più del disco, con quel sapore retrò che a volte, chiudendo gli occhi, ci riporta alla mente lo
Skolnick dei
Testament dei bei tempi o i fratellini
Amott del bellissimo "
Crossing the Rubicon", a nome
Armageddon.
Avrete a questo punto ben più che intuito che "
Bloodshot Dawn" ci ha davvero convinto (come dite? non è una proposta molto originale? PRRRRRRRR ma chi se ne frega!!!) e che siamo ben lieti di entusiasmarci di più di fronte ad un bellissimo debutto come questo che all'ennesimo disco di qualche spompatissimo dinosauro del metal che cerca di allungare tristemente la propria carriera fino all'agonia.
Complimenti quindi a questi inglesini che meritano indubbiamente un contratto ed una chance, dato che tra
Metal Blade, Century Media e Nuclear Blast mi vengono subito in mente almeno 10 band che a questi qui non legano nemmeno le scarpe.
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