I
373°K si presentano all'appuntamento con il loro album d'esordio forti di una classica formazione a cinque, anche se poi la loro proposta si rivelerà decisamente meno convenzionale.
Su "Spiriti Bollenti" i sussulti spiccatamente maideniani dell'opener e quelli
Hard & Heavy di "Comunque Vada", si trovano a convivere con il blues di "Sciarpe Vintage" e "30....", inoltre sia la scelta di cantare in italiano sia la stessa voce di Tia Villon, in diversi passaggi (come ad esempio "La Vita È Mia" o "Dentro di Te"), fanno pensare agli episodi più Rock di Liftiba, Timoria o Negrita, e bisogna riconoscere ai due chitarristi, Stefano Venosta e Vincenzo Adduci, di sapersela cavare con buoni risultati in ognuno dei diversi contesti in cui si calano.
Da apprezzare anche lo sforzo lirico di questa formazione bolognese, che mette in campo dei bei testi, interessanti e talvolta ironici, ed è poi lo stesso cantante a proporsi a quel pianoforte che si ritaglia momenti importanti sull'accoppiata "Eterno Ritorno" e "Lascia Che Sia".
La varietà spesso è un pregio, ma su "Spiriti Bollenti" i 373°K mostrano ancora una forte indecisione nell'affrontare il proprio percorso musicale.
E così, per ora la
temperatura è ben lontana dai 100° Celsius ed i risultati sono ancora
tiepidini.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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