Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:Frontiers

Tracklist

  1. NEVER GIVE UP
  2. EMOTIONAL FIRE
  3. LAY DOWN YOUR ARMS
  4. YOU WOULDN’T KNOW LOVE
  5. WISH YOU WERE HERE
  6. TORN IN HALF
  7. GINA
  8. THE HIGHER YOU RISE
  9. EMILY
  10. FOLLOW YOUR HEART
  11. ALL I AM

Line up

  • Joe Lynn Turner: vocals
  • Uwe Reitenauer: guitar
  • Dennis Ward: bass, guitar, backing Vocals
  • Chris Schmidt: drums
  • Justin Dakey: keyboards

Voto medio utenti

Quando un musicista, un cantante in questo caso, può vantare un curriculum dove Rainbow, Deep Purple, Malmsteen, Mother's Army, Glenn Hughes e Brazen Abbot sono solo alcune delle voci salienti, accanto a una solida carriera solista e a miriadi di svariate collaborazioni (che vanno dalla fase compositiva a semplici sessions di backing vocals), è francamente difficile che possa produrre un lavoro poco accurato e scarsamente professionale.
Se poi il personaggio in questione si chiama Joe Lynn Turner e ha dimostrato anche in tempi recenti che la sua laringe non sembra subire gli effetti del tempo, illuminando di scintillante luce propria anche un progetto in qualche modo consacrato al (nobile) riciclaggio come i Sunstorm, ecco che la notizia del terzo capitolo di questa saga non può che accendere le fantasie e le aspettative di tutti i melodic-rockers all’ascolto.
“Emotional fire”, questa volta indirizzato a celebrare qualcuna di quelle importanti cooperazioni, affiancandole a nuove composizioni affidate ad alcuni degli astri nascenti del settore (Soren Kronkvist, Tom e James Martin e Daniel Palmqvist), rappresenta un altro prezioso tassello della generosa parabola artistica di Turner, anche se, probabilmente, non riuscirà a soddisfare pienamente tutte le vertiginose attese che precedenti così illustri inevitabilmente comportano.
Dettagli, se vogliamo, ma trovare una spiegazione plausibile a tale mancata esaltazione è stato l’impegno maggiore (extra-lavorativo, ovviamente … nel caso qualcuno dei miei responsabili “ufficiali” stia leggendo queste righe …) di quest’ultimo periodo.
Escluse questioni squisitamente tecniche (efficace anche la prova dei “comprimari” della testata), non si possono addurre colpe inappellabili né ad un eventuale raffronto con gli originali (la title-track, già hit di Cher, “You wouldn’t know love”, anche questo un successo dell’ex signora Bono e pure del “Soul provider” Michael Bolton, così come “Gina”, inclusa originariamente in “The hunger”, albo del 1987 del fu Mr. Bolotin, sono momenti di eccellenza melodica, che, pur con i dovuti distinguo del caso, non perdono una stilla della loro qualità neanche in questa trasposizione piuttosto credibile e convincente) e né alla produzione di Dennis Ward, leggermente apatica magari, ma di certo non la “pistola fumante” dell’inafferrabile effetto delusivo.
Alcuni dei brani presenti, poi, sono quanto di meglio si possa ascoltare nell’ambito dell’hard radiofonico: il trasporto melodrammatico di “Lay down your arms” e la freschezza multicolore (tipo Arcobaleno, insomma) e contagiosa di “Torn in half” avvincono fin dal primo ascolto, così com’è facile identificare nella verve di “Never give up” e “The higher you rise” altri due momenti di consistente soddisfazione uditiva, in grado di competere efficacemente nel fiorente universo musicale “adulto” del terzo millennio.
Il resto della selezione è da considerare maggiormente interlocutoria, ben lontana dalla sterile insipidità, e tuttavia certamente più affine al concetto di “prestazione accademica” formalmente irreprensibile eppure anche vagamente di “maniera”.
Eccoci, dunque, al risultato della ponderata analisi, alla fine più elementare del previsto … qualche sporadico difetto e un refolo di “freddezza” non consentono all’immensa ammirazione nutrita per un colosso come Joe Lynn Turner di esprimersi ancora una volta in maniera incondizionata … essere particolarmente esigenti con i propri “eroi” è un comportamento legittimo e inesorabile … il giudizio è sempre da “primi della classe” e tuttavia stavolta qualcosa non ha funzionato a dovere … tranquillo Joe, la “promozione” non è in pericolo, però è inevitabile attendersi una nuova esemplare “prova d’esame” che possa rimuovere con decisione anche il più microscopico grumo di disappunto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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