"Thieves of the Sun" ha già un paio d'anni alle spalle, ma ora la Massacre Records, ormai abbonata a questo tipo di
recupero, gli offre maggior visibilità ed una nuova occasione.
Si tratta, infatti, del primo full lenght dei tedeschi
Elmsfire in azione già, dal finire degli anni '90, che lo fece uscire sul finire del 2010, con una formazione diversa da quella attuale dove, in assenza di un cantante di ruolo, le parti vocali erano state registrate da Ross Thompson dei Van Canto.
"Towards the Gate of Hercules", un'intro narrata dai toni epici ed enfatici, si limita ad introdurci all'album, e così il compito di farci capire quali sono le reali intenzioni degli Elmsfire spetta a "Worth a Tale", un Power & Heavy Metal nemmeno troppo teutonico, discretamente strutturato e con qualche spunto interessante, tanto nel guitarwork quanto a livello vocale, nei cori e nella prova dell'ospite Ross Thompson, qui a suo agio.
L'album però non riesce a decollare, anche a causa di una registrazione approssimativa, sopratutto per quanto riguarda la batteria, e di un keyboard sound alquanto ordinario, "Eolian" scorre via piuttosto anonima e "Stormchild" dopo un buon inizio, vivace ed energico, si perde in soluzioni abusate ma nemmeno vincenti, segnalandosi ancora per una buona interpretazione di Ross Thompson. "Escape" punta sull'effetto, alternando passaggi melodici a sferzate elettriche ed a gradevoli intrecci corali, mentre "Ahab", tra le migliori del lotto, si piazza a cavallo tra Stormwitch ed i Brainstorm. A sorpresa, su "Taipouri Ake Tonu Atu" gli Elmsfire si incattiviscono, senza tuttavia ottenere chissà quali risultati, infine la conclusione dell'album è lasciata alla titletrack, che si allinea allo standard delle altre canzoni, finendo per alternare cose più e meno riuscite.
Ok, "Thieves of the Sun" ha dalla sua diversi momenti degni di attenzione e meritava sicuramente una seconda chance, ma forse l'accordo con la Massacre si poteva inaugurare direttamente con un nuovo album.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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