"Eternal Turn of the Wheel", l'eterno girare della ruota.
Un senso di ciclicità che ci offre una sfumatura di infinito che ben si adatta al ritorno degli ucraini
Drudkh.
Un senso di infinito che pervade profondamente la loro musica, rendendola unica nel panorama estremo europeo e mondiale.
A ben guardare, inoltre, la ciclicità è perfetta per descrivere quello che è un evidente ritorno alle origini del proprio suono da parte del gruppo. Non è un caso che l'album prenda il titolo da uno dei pezzi del loro esordio, quel
"Forgotten Legends" che aveva svelato al mondo il talento di musicisti fuori dagli schemi, e non è un caso che la ruota abbia girato per andare indietro, per tornare da dove aveva iniziato il suo vortice incessante, come non è un caso che questo album termini esattamente la dove inizia.
I
Drudkh riscoprono il passato dunque e scelgono una via diversa da quella che avevano accennato con il precedente lavoro:
"Eternal Turn of the Wheel" abbandona l'influenza Katatonia e si permea, nuovamente, della
natura che da sempre è il perno attorno al quale gira la musica dei nostri.
Una natura alla quale i
Drudkh sono strettamente legati e dalla quale traggono ispirazione per cesellare cinque brani di strepitoso black metal in cui atmosfera e disperazione si amalgamano in un urlo che il vento incessante diffonde tutt'intorno.
La musica che ascoltiamo lacera l'anima per la sua dolorosa profondità espressiva e poco importa se i brani viaggino a velocità elevate o se si adagino su melodie più quiete ed evocative, in ogni caso è l'emozione, purissima, a prorompere in modo incontenibile dalle note del disco.
Il cantato feroce e desolante di
Thurios aiuta a perdersi tra le fitte foreste di cui le gelide chitarre di
Roman Saenko sono l'eco e l'anima più oscura e nelle quali è facile immaginare di vagare mentre si ascolta un suono come questo.
Un suono evocativo e profondissimo, erede del Burzum migliore.
Inutile citare un brano in particolare:
"Eternal Turn of the Wheel" è paganesimo puro, è limpida melodia di una notte stellata, è l'acqua di un ruscello che scorre silente, è il canto degli uccelli, è la pioggia che cade incessante, è una ruota che gira senza fine, è tutto questo e di più di questo.
Questa è musica vera, perchè tocca l'anima nella sua intimità, accarezzandola e lacerandola.
Non cercate paragoni per la musica dei
Drudkh. Non ne troverete o ne troverete troppi. Lasciate solo che il loro black metal così evocativo, così disperato e magniloquente vi avvolga e vi stringa tra le sue spire, lasciate che il gelido soffio del vento vi ghiacci la pelle.
In eterno.
Ben tornati maestri.