Paradossalmente, si vede che la primavera porta influssi positivi per la scena Gothic Electro/Industrial. Dopo il capolavoro di Front Line Assembly, il bellissimo album di Seabund, arriva il nuovo platter di Dismantled, band dai natali sovietici (almeno per il leader Gary Zon) alle prese con il secondo lavoro sulla lunga distanza. Arrivando subito al sodo, 'Postnuclear', il titolo del platter, già anticipa il contenuto del dischetto, presentando in maniera pressoché perfetta il sound e le oscure visioni di degrado e di sporcizia di tutto ciò che può essere etichettato come "post", o meglio, concettualmente parlando, come "the day after". Industrial a fortissime tinte Electro, dotato di atmosfere umide, gelide melodie di perdizione, diversi beat dance e subdoli rumori di fondo si perdono all'interno di uno strato di morchia ed olio sintetico, sporcandosi di colpe non proprie, di vittimismo e di impotenza di fronte all'evento che rende tutto uguale nell'età della Nuova Pietra. E fin qui questo platter assolve i propri compiti in maniera egregia, senza sbavature o cadute di intensità (e ti tono). L'unico appunto che mi verrebbe da muovere a questo 'Postnuclear' è la troppa vicinanza di stile agli unici Nine Inch Nails, a Skinny Puppy o agli stessi Front Line Assembly, andando a finire inevitabilmente (in pole position, per carità) nella schiera di bands che si trovano un gradino sotto alla vetta. Davvero un peccato, perché l'organicità del sound, le belle tessiture tra le tastiere, i beat tecnologici, gli innesti di piano classico, se fossero utilizzati con un minimo di spunto personale in più, potrebbero essere l'arma vincente per superare lo scoglio dell'inevitabile nomina alla seconda piazza.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?